Oplà! Dopo 88 giorni il Presidente della Repubblica è riuscito a far nascere il governo, con “innesti” e “disinneschi” tali da consentire un esecutivo politico e non tecnico, nel pieno rispetto delle prerogative del Capo dello Stato che ha agito nell’interesse del Paese. Chi ha convinto, appare chiaro, Di Maio e Salvini a cambiare strategia, anti – Quirinale, ed andare al voto in palese difficoltà per date e Bilancio dello Stato è stata la ” mossa” di Mattarella di chiamare Cottarelli, abbondantemente ringraziato, per preparare un governo tecnico. Sarebbe stato un governo a tempo ma non in grado, come ha detto lo stesso Cottarelli, di evitare,un esercizio provvisorio. Comunque, sarebbe stato, un “corpo estraneo” alla volontà espressa dagli italiani con il voto del 4 marzo scorso. Il Presidente ha agito, con estrema cautela e con tatto, ma anche con la necessa ria fermezza nei confronti di personaggi non politici o, troppo ” spinti” ben oltre la normale dialettica, tanto da influenzare contro le istituzioni, quella parte di popolo sensibile alla rottura degli equilibri. Ora il go verno è pronto: domani mattina il giuramento. Gli attori di questo esecutivo, autodefinitosi ” di cambiamento”, sono: Giuseppe Conte premier; vice premier Luigi Di Maio e ministro per Sviluppo e Lavoro; vice pre mier,Matteo Salvini, contemporaneamente ministro dell’Interno; Riccardo Fraccaro rapporti con il Parlamento; Barbara Lezzi per il Sud; Elisabetta Trenta Difesa; Danilo Toninelli Infrastrutture; Alberto Bonisoli Beni Culturali e Turismo; Giulia Grillo Salute; Giorgio Costa Ambiente; Paolo Savona Affari Europei; Giulia Bongiorno Pubblica Amministrazione; Giovanni Tria Economia; Enzo Moavero Milanesi Esteri; Erika Stefani Affari regionali; Lorenzo Fontana Disabilità , Gian Marco Cantinaio Politihe Agricole, Marco Bussetti Istruzione e Giancarlo Giorgetti sottosegretario alla Presidenza. Dal quadro si deduce: che che ne dica Salvini, la spaccatura del centrodestra con la segretaria Meloni orientata, nell’interesse dell’Italia, ad una astensione tecnica per garantire voti al Senato, dove la maggioranza è risicata e non pochi senatori sono le gati da forte amicizia… con Silvio Berlusconi. L’isolamento di Forza Italia e del Partito Democratico nonchè dei cespugli che dovranno trovare, per diventare competitivi un comune denominatore. Un governo che dovrà affrontare, diverse difficoltà, da quelle economiche in rapporto a quanto promesso agli elettori, ad una Unione europea indisponibile nei confronti dei ” populisti” presenti in tutti i Paesi europei e che ora, ve dono, nel governo italiano, un motivo in più per unirsi per cambiare non solo l’Unione europea. Gli italiani che hanno votato M5S al 33 e Lega al 17% vedono, la scelta fatta con la scheda, rispettata. In Italia, Europa e mondo c’è molta curiosità, evidenziata da tutta la stampa, per vedere come agiscono partiti ” populisti” nell’Unione europea, Economia, Esteri e Interno. Ora devono dimostrare cosa intendevano affermare con il ” governo del cambiamento” e come risolveranno i problemi nazionali con un’Economia molto molto compressa.