Roma – Grillo:” Concessioni autostradali? E’ tempo di cambiare”.

Il garante del M5S,  in campo aperto per le concessioni autostradali concesse ai Benetton, una ventina  d’anni fa. Nel suo Twitter Grillo sostiene che ” E’ tempo di cambiare ” ed inizia la prima puntata di ” Autostrade Story” sul blog delle Stelle. La discesa in campo di Beppe, ha sollecitato il ministro agli Esteri Di Maio, capo politico del Movimento, ha dichiarare a Radio anch’io:” Sulla revoca delle concessioni autostradali non torniamo indietro. Sono morte 43 persone  per un ponte crollato da un momento all’altro. Le famiglie piangono. Bisogna fare giustizia costi quello che costi”. Un Di Maio lanciatissimo, su un problema che ogni giorno di più diventa scottante, per la condizioni di insicurezza diffusa che si sente in tutto il Paese. Sulla gravissima situazione c’è stato anche l’intervento, del ministro  allo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli che ha dichiarato:” Il sistema delle concessioni va rivisto. Ci sono diversi modelli da applicare in riferimento ai territori che hanno caratteristiche diverse. Gli investimenti sono fermi, viadotti chiusi ed  è una situazione inaccettabile”. Ci sono procedimenti in corso ma non si può aspettare”. Da Radio Capital un’ammissione interes sante:” Le autostrade venete hanno un modello virtuoso e sono gestite tutte in house. Personalmente sono contrario, all’affidamento ad un solo gestore, ma penso ad un modello infra-regionale. Intanto si è sentito anche un intervento dell’Ad di Autostrade tramite un’ intervista rilasciata a ” La Stampa” per una conferma che, se veramente accertata, alleggerirebbe le preoccupazioni degli italiani:” Non cerchiamo scuse ma i ponti sono sicuri”. Cosa aggiungere? Il sistema attuale va cambiato e, su questo, non ci sono dubbi. Più società su territori diversi per il semplice motivo che una cosa è controllare ed effettuare la manutenzione su una tratta autostradale, in montagna e lungo le pendici di colline franose, ed un’altra. fare lo stesso lavoro, una tratta che corre in zone pianeggianti, dove ponti o viadotti sono ridottissimi e molto più controllabili”.

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