Il centrodestra rischia la frantumazione. Giorgetti, cioè Salvini, ha chiesto pubblicamente che Forza Italia consenta o appoggi un governo politico M5S – Lega, alle condizioni dettate dalla coalizio ne per la formazione dell’esecutivo politico. Ma, il capogruppo della Lega, è andato oltre con un avvertimento molto preciso:” Se FI dovesse votare per un governo del Presidente automaticamente sarebbe finita anche la coalizione”. La riposta è giunta dalla Gelmini, cioè da Berlusconi:” Non ci sono le condizioni per un governo neutrale ed è irricevibile, la richiesta di appoggio ad un esecutivo con i 5S, se restano i veti su Forza Italia”. Non poteva che essere così. Ma Di Maio, cioè il Movimento, non ha nessuna intenzione di rinunciare al veto sul cavaliere ritenuto dagli stellati irrinuncia bile. Notti insonni, nella coalizione di Cd, per il semplice motivo che se Salvini rompe addio all’alleanza per le prossime amministrative in 18 Comuni capoluogo e immediato irrigidimento nelle Re gioni governate insieme. Sarebbe un massacro. Ma il leader della Lega dovrebbe anche rinunciare ad essere il capo di una coalizione al 37%, cioè vicino ad una maggioranza assoluta, per un gover no con il M5S: punto e basta. La posta per Salvini è altissima ed è giusto pensare che non ci dormirà sopra. Così come è immaginabile che lo stesso accadrà, per Berlusconi, che vedrebbe franare tutto il suo lavoro, da politico, iniziato nel 1994. Difficile dire come andrà a finire ma un governo del Presidente, sia pure per affrontare solo gli interessi del Paese, è ritenuto, dal Movimento e dal la Lega, una mina vagante. Intanto il Pd ha convocato l’assemblea nazionale per il 19 maggio, cioè con la massima celerità, e Matteo Renzi, ha colto l’occasione per affermare alla trasmissione di La7 ” Di Martedì”:” Se si andrà ad elezioni il nostro candidato premier sarà Gentiloni, anche se non posso tirarlo per la giacca”. Ore tormentate, anche tra i 5S, dove non mancano proteste e dissa pori tra gli eletti e iscritti, nonchè per Di Maio, che cerca conferma per il suo ruolo e della candidatura a premier anche in caso di elezioni anticipatissime. Nel Movimento è palese la difficoltà di un capo politico che ha fallito nel trattare sia con la Lega e sia con il Pd. Difficile fare previsioni, per i 5S, visto che tutto dipende da Grillo e Casaleggio che hanno diritto di vita o di morte su chiunque approda a quelle sponde.