Le Ong, con una nave e un veliero,” Alan Kurdi” e “Sea Eye”, grazie al gip di Agrigento, che non ha confermato l’arresto, della capitana, Carola Rackete della Sea Watch, seguono un’ “autostrada ” in mare e puntano, con tre imbarcazioni, a portare migranti, non naufraghi, a Lampedusa. Il porto è davvero sicuro: i comandanti non obbediscono alle autorità marittime, ritengono carta straccia le ordinanze di divieto d’ingresso, transito e sosta nelle acque italiane e non credibile, l’ordine di non attraccare alla banchina del porto di Lampedusa. Carola ha infranto tutte le leggi e le ordi nanze ed è stata liberata da un gip. “Cosa conta più un ministro dell’Interno che ci vieta di fare quello che vogliamo?” Così siamo arrivati al punto che un ministro della Repubblica indica di recarsi a Malta, Nazione disposta a far attraccare navi e velieri, assistere gli equipaggi per poi ripartire i migranti, per i vari Paesi europei. Ma le Ong non ci stanno, preferiscono sfidare, non più il ministro Salvini, ma lo Stato italiano che, per un gip parte integrante, di un potere dello Stato, troppo indipendente, ha messo in crisi, la politica governativa, che punta a coinvolgere tutta l’Unione Europea, davanti ad un problema così rilevante. Una decisione dopo aver stimato, che una sola Nazione, non può far fronte ai flussi massicci di migranti che non si sa chi sono, se hanno diritto a stare in Europa e se sono terroristi islamici o no. Un dubbio pesante se si considera che, persino il Presidente della Russia Putin, ieri i visita in Vaticano e ai vertici istituzionali italiani, ha espresso la sua preoccupazione di una possibile testa di ponte, del terrorismo islamico che, sconfitto in Siria, possa penetrare in Europa, attraverso la Libia. I porti chiusi, confermati da Salvini, non sono un’invenzione, così come non lo è il rafforzamento dei controlli in Albania e Italia, lungo l’Adriatico e sul confine sloveno. Si deve aggiungere che durante la navigazione le Ong, ottengono dall’Italia: acqua, cibo e coperte ma respingono le ordinanze di cambiare rotta. La domanda che tutti dobbiamo porci, al di là del colore politico, sbaglia Salvini a bloccare un’immigrazione incontrollata? Certamente no. E il Pd e insieme alla, sinistra sinistra, corrono un serio rischio, nell’appoggiare le Ong. Se disgraziatamente dovesse accadere un attentato in Italia, ad opera di immigrati clandestini, la responsabilità finirebbe solo sulle loro spalle con la conseguenza di sparire politicamente mentre, il rozzo ministro dell’oltre Po, riuscirebbe da solo a superare la soglia del 40% grazie ad elezioni politiche anticipate. L’UE apra gli occhi, così come l’aprano, la sinistra italiana e i cittadini ben pensanti. Certo la situazione nei campi libici è terrificante ma l’Italia non può diventare, per questa ragione, territorio insicuro o ad alto rischio per un’accoglienza indiscriminata. Corridoi umanitari subito e questo è compito, dell’UE e dell’ONU, ed altre organizzazioni umanitarie lautamente finanziate.