Roma – Iniziato lo sgombero del Camping River dei rom

E’ in corso lo sgombero del camping River, campo nomadi alla periferia di Roma. L’operazione è partita, un giorno prima del termine raccomandato dal Corte Europea di Strasburgo che aveva chiesto, alcuni parti colari e quindi lo stop, accogliendo il ricorso di tre rom. Ma, il Comune di Roma e il ministero degli Interni, hanno anticipato di 24 il termine fissato da Strasburgo  e, una volta che le forze dell’ordine sono giunte sul posto, unitamente ai servizi sociali di Roma C pitale, hanno provveduto a trasferire, una ventina di persone disponibili, ad accettare la nuova sistemazione offerta. E’ difficile parlare di Camping se si considera lo stato di degrado, sia delle abitazioni e sia dell’ambiente. I rom hanno molta difficoltà ad integrarsi e a lavorare per vivere come tutti gli altri. La loro cultura è molto diversa da quella, non solo degli italiani ma anche di tantissimi altri Stati europei, Romania compresa, da dove in buona parte provengono. In molte città i sindaci hanno provato ad ” urbanizzarli”. Nel 1958, sindaco di Pescara, Antonio Mancini, tentò l’impresa ma è accaduto, dalle visite effettuate, alle loro abitazioni assegnate nel quartiere CEP di San Donato, di trovare nelle vasche da bagno, coltivazioni di spezie utilizzate per cucinare e persino un cavallo che si affacciava dal terzo piano di un fabbricato. Culture diverse, certamente sì anche se,  in parte l’urbanizzazione dei rom. effettuata a quell’epoca sulla costa adriatica diede alcuni risultati: bambini a scuola, apertura di officine meccaniche rom, affitto di terreni in periferia per allevare, i loro cavalli, utilizzati per le corse alle quali tengono moltissimo per le scommesse incontrollabili. Ma , dopo la fine dei ” capi riconosciuti” con cappelloni e bastoni lavorati, in troppi hanno pensato che era, molto facile arricchirsi con la ” polvere bianca” e l’usura. Le condanne, passate in giudicato, sono una chiara dimostrazione di come non dovevano andare le cose. Ma torniamo a Roma. Secondo la Polizia Locale e quella di Stato, lo sgombero è avvenuto pacificamente ma c’è chi non intende andare via, anche se i servizi sociali, hanno garantito che le famiglie non saranno di vise nei nuovi apprestamenti approntati. La protesta più sentita è quella dell’associazione, Carlo Stasolla, che ritiene gli interventi come ” sgomberi forzati” anche se non ci sarebbe stata alcuna violenza. L’intera operazione passa, secondo le autorità, come bonifica del territorio. Bonifica necessaria se si considera che ai bordi delle “abitazioni” nel Camping ci sono vere e proprie discariche di ogni tipo di materiale per non parlare dei ” luoghi abitati”. Il problema rom c’è ma non sembra, possa risolversi, con sgomberi. Occorre una continua opera per convincerli che, anche per loro,  è possibile creare attività lavorative e guadagni leci ti. Ma l’operazione, complicatissima, non può che partire dagli asili e dalle scuole. elementari per avere poche possibilità di successo. Alle volte i bambini riescono a fare miracoli nei cambiamenti sociali.

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