Roma – Italia Federale. In testa Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

E’ iniziato il processo dell’Italia federale. Firmato un protocollo di accordo per le “Regioni di mezzo” tra quelle a Statuto Speciale e quelle ordinarie. Il passaggio è previsto dalla Costituzione e Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, senza ricorrere a referendum hanno “trattato” con lo Stato, la loro nuova condizione, che sarà valida soltanto dopo che saranno definiti gli ulteriori ambiti di autonomia, dall’istruzione alla sanità fino ai rapporti internazionali con l’Unione Europea. E così alla quota, del Pil regionale, che rimarrà a disposizione delle nuove Regioni, al netto del dovuto allo Stato. Perchè il processo sia definitivo dovrà essere approvato dal Parlamento a maggioranza assoluta. E’ l’inizio di una nuova fase della Repubblica che va attentamente seguita, per evitare deragliamenti. Questo passaggio, e quelli successivi, non hanno nulla a che vedere con quanto accaduto in Catalogna, regione che voleva indipendenza e proclamazione della Repubblica, contro il dettato costituzionale, spagnolo. Lo Stato federale è possibile in Italia ma occorrerà procedere molto attentamente e responsabilizzare, le Regioni più “povere” o con “minori possibilità di sviluppo”. Da una parte lo Stato federale potrebbe accentuare la differenza tra Regioni forti e quelle deboli ma, dall’altra, costringere gli amministratori regionali, delle più “disagiate”, a lavorare di più e meglio. Si torna a ripetere: il processo appena iniziato, impiegherà tempo per la definizione e poi, c’è il passaggio parlamentare, che non sarà agevole. Ma è bene che sin d’ora ci sia maggiore attenzione e studi approfonditi per trovare ogni possibile risorsa fino ad oggi non sfruttata o ad accorpamenti per macro -regioni in grado di affrontare la nuova Italia che sta facendo capolino.

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