Roma – La crisi del M5S. Crimi:” Dove ci collochiamo?”. Fico:” Coalizione con Pd fino al 2023″

Cresce la confusione nel M5S. Il ministro, Alfonso Bonafede, è il capo delegazione nel governo, per acclamazione ed ha detto una cosa scontata ma giusta:” Siamo al governo e dobbiamo portare la voce del Movimento. Non  si tratta di essere più o meno d’accordo con le altre forze della coalizione: noi portiamo le istanze degli iscritti e di quell’elettorato che ci ha mandato in Parlamento” . Ma, la situazione all’interno del Movimento si va complicando di ora in ora: l’ala filo – Pd non nasconde, la possibilità di una scissione, mentre chi è contro l’appiattimento sui dem, rimane su posizioni intransigenti:” Siamo diversi ed abbiamo obiettivi che non coincidono affatto. Il M5S è una cosa e i democratici un’altra”. La tante anime che hanno cercato di coesistere, stanno cominciando a scontrarsi alla luce del Sole. Un esempio per tutti. Il Presidente della Camera, Fico, ha anticipato anche il capo delegazione nel governo Bonafede, con una dichiarazione rilasciata durante, la conferenza stampa congiunta con il consigliere nazionale austriaco:” Il M5S  rimarrà al governo, fino alla fine della legislatura e su questo punto il Movimento è unito”. Forse il Presidente Fico non conosce, o ha fatto finta di non sapere, cosa ne pensa Di Battista, sulla coalizione con il Pd. “Dibba”, per gli amici ,non è mai stato d’accordo per il varo della coalizione con il partito democratico, considerato il peggio dei mali. tra tutti i partiti strutturati. Scontro Fico – Dibba? Possibile ma non subito, almeno così viene affermato negli ambienti del Movimento, forse si attenderanno gli Stati generali che slitterebbero, a dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, che si terrà il 29 marzo. Alfonso Buonafede, non amato dal Pd, ha ora in mano, l’arma che cercava per ridare vitalità e spinta al M5S, non aderendo ai desiderata del Pd ma a quello che vuole il M5S. Il neo capo delegazione nel governo deve fare i conti anche, con quella parte dei parlamentari  pro – Pd per ragioni elettorali e di futura collocazione politica. Una strada aperta, dal Premier Conte, che vuole un accordo tra i progressisti per una programmazione che arrivi al 2023. Un campo progressista – come lo ha proposto Conte – che ” faccia argine a questa destra di Salvini”. Così come Crimi, durante la riunione dei parlamentari ha domandato e si è domandato:” In quale campo andiamo a collocarci?”. Ben sapendo che qualsiasi decisione verrà presa, il rischio scissione, può diventare una realtà inevitabile”. Certo ha ragione Crimi, in assenza di Di Maio, nell’affermare:” Al popolo che ha votato il Movimento interessa che vengano portati avanti gli impegni presi in campagna elettorale”. Così, l attuali  strade davanti al M5S sono almeno quattro: appiattimento sui democratici;  proseguire sul progetto di Beppe Grillo della terza via: nè con la sinistra e nè con la destra, subire una scissione che è difficile poterla quantificare o l’implosione dopo i risultati delle europee e regionali.con Pd

Lascia una risposta