Roma – La guerra in Libia precipita. L’UE dovrebbe agire anche in ambito Nato

Il Natale si presenta con tante incognite, dal pesante problema clima alle crescenti tensioni tra Stati. Un biglietto per il  “passaggio” al 2020, da tenere sempre in vista da parte dei ” controllori” della pace. Il discorso del Presidente della Turchia Erdogan, sulla protezione dei fratelli del governo Serraj, l’unico ad essere riconosciuto dall’ONU. Un discorso importante perchè si palesa il contrario di come lo vorrebbero: Italia, Germania ed ora anche la  Francia. Tensioni da non sottovalutare se si considera che il generale Haftar è appoggiato dall’Egitto, che ha inviato modernissimi carri armati, su ordine del Presidente El Sisi ,che non vuole turchi in Libia. Non manca il sostegno della Russia ed Emirati Arabi Uniti al generale. In questo quadro, molto inquietante, manca l’altra superpotenza, quella americana, che con l’avvento alla Casa Bianca di Trump, non ha interesse al centro del Mediterraneo, nonostante le insistenze dell’Italia, Paese Nato, sui chi ” conquisterà potere” ad un tiro di schioppo dalla nostra Nazione. E’ evidente l’assenza dell’Unione Europea, in questo particolare momento, in cui non c’è trattativa  ma parlano le armi. Si attende l’esito della conferenza in corso a Berlino un’attesa forse inutile. Intanto, il ministro per gli Esteri Di Maio, si sente spesso con Ankara, Il Cairo e con Lavrov, ministro per gli Esteri russo. Intanto tra le varie prese di posizione armate, a favore di Haftar o di Serraj qualcuno mente: è possibile che la Russia, che ha ottimi rapporti con Ankara, si giochi si giochi una posizione strategica ed un amico forte come Erdogan? Così come è pensabile che un uomo d’azione come Erdogan che annuncia al mondo essere pronto a difendere Serraj con le sue forze armate, terrestri, navali e aeree per poi fare marcia indietro? In queste situazioni è difficile trovare il bandolo della matassa per sapere, cosa bolle veramente nella pentola, dov’è finita la Libia. Certo è che i rischi maggiori li correremmo noi se non riuscissimo ad inserirci, nella scacchiera attuale, con azioni diplomatiche molto forti ed articolate.

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