Roma – Lo scudo per l’Ilva avvia Conte in un vicolo cieco

La coalizione M5S – pd – Leu non può funzionare, o meglio è arrivata al red rationem. Il problema dell’ Ilva, così come lo vuole affrontare il Premier Conte, cercando di convincere i parlamentari  pentastellati pugliesi che l’acciaieria non può chiudere è, un cedimento pericoloso per l’esecutivo, che tratta con chi si ribella, a decisioni indispensabili allo Stato. Il fatto che il Premier – mediatore convochi i parlamentari del “no” allo scudo ad Arcelor Mittal che deve continuare, sia produzione e sia realizzazione, di tutti i miglioramenti ambientali, previsti nell’accordo stipulato, fa imboccare al governo un vicolo cieco. Per ogni problema, di rilevante importanza, nel M5S, ci saranno i contrari, non per farsi pubblicità ma per rispettare, la loro identità che è stata stravolta con il sì alla Tav, Torino Lione, con il metanodotto a Meledugno, e con il prossimo avvio, di tutte le infrastrutture, per circa 80 miliardi, bloccate fino  ado oggi dal M5Se che il ministro del Pd, le realizzerà con procedure d’urgenza. I pentastellati hanno preso, una valanga di voti alle politiche, toccando quota 33%  proprio perchè si erano impegnati a non far realizzare, quelle infrastrutture, che il Movimento riteneva inutili e comunque fonte di corruzione. Oggi non può meravigliare che, Barbara Lezzi, ripeta il suo no allo scudo, o comunque si voglia camuffare, per l’Ilvao per altre industrie. Alla parlamentare stellata, come a tanti altri stellati, che l’acciaio non venga prodotto, con grave danno per l’economia nazionale, non interessa nulla se, a pagare il conto salato, sono gli abitanti di Taranto. Ecco che salta fuori quell’identità, di cui abbiamo parlato in precedenza che pone, il M5S e il Pd, su piani completamente diversi, per storia e cultura. Se non va capita questa differenza non si comprende il motivo di un governo che, se riuscirà ad approvare la Legge di Bilancio, avrà fatto un miracolo, rimaneggiando più volte le ” poste” già Bollinate dal Ministero del Tesoro. Ammesso e non concesso, che Conte riesca a trovare la formula magica, tanto ” delicata” che venga ingoiata dai riluttanti parlamentari che, dicendo sì allo scudo, anche senza citarlo, perderanno completamente la fiducia dei loro elettori il sistema si ripeterà all’infinito. Lo stesso Di Maio, lo aveva affermato senza nascondersi:” No Lo scudo per l’acciaieria, i parlamentari non mi seguirebbero e non sarebbe nemmeno giusto: hanno firmato ed ora non possono tirarsi indietro”. Se a questa coalizione tanto fragile che ha bisogno continuamente dei cerotti, del Premier mediatore, si aggiungono le giuste bordate del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che vuole dimostrare, in questo delicatissimo passaggio  che c’è anche Italia viva, determinante, per le decisioni in Senato. O le bordate del centrodestra, Salvini in testa, è prontissimo a votare lo scudo per, Arcelor Mittal, preteso per evitare guai penali, per colpe che non sono loro, ma dei già condannati Riva, la frittata è fatta. Si vuole affermare, quello che pensano i cittadini elettori, che o c’è un governo Conte 2 che non media ma decide, con il Cdm e la maggioranza parlamentare segue, oppure non c’è maggioranza. Gli eletti con il Movimento, in verità, agiscono come hanno sempre fatto e soffrono vicoli e decisioni contrarie al loro mandato. la meraviglia viene dal Pd, partito strutturato, che, per bocca del segretario Zingaretti ha cercato, addirittura, di realizzare coalizioni con il M5S, per le prossime regionali e comunali, beccandosi un ” no” secco del Capo politico del Movimento che, come ha sempre affermato il fondatore, Beppe Grillo,” non poteva inquinarsi con i partiti responsabili dello sfascio dell’Italia”. Se tutto questo corrisponde alla realtà dei fatti e il governo deve trattare co gruppi di parlamentari 5S contrari a svendere la loro identità, che che ne dica Franceschini, la maggioranza non c’è o meglio va trovata ad ogni piè sospinto. Renzi non provocherà nessuna crisi: troppo politicamente furbo per andare al voto senza aver organizzato il suo partito. Chi spingerà per la crisi sarà il centrodestra e probabilmente chi afferma che Di Maio, ha svenduto il Movimento, per auto – adularsi nella veste di capo del Movimento e nelle stanze dei bottoni. E’ un puro meridionale ed è dotato di quella capacità unica che va riconosciuta ai campani.

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