Roma – L’omicida cambia versione. San Francisco:” Speriamo che Eder torni presto a casa”

Era tutto scontato, una volta entrati in campo gli avvocati che difendono l’omicida, del vicebrigadiere dei CC, Mario Cerciello Rega, si creano nuove situazioni. Eder ha cambiato versione dopo la visita del padre e degli avvocati, nominati dalla famiglia, Roberto Capra e Renato Borzone Il reo confesso, dell’assassinio del carabiniere infatti, non ha ribadito quello che aveva detto subito al gip: L’ho ucciso io”. I legali stano lavorando sodo, nella zona dove è avvenuto l’omicidio e non escludono che, che aldilà delle persone coinvolte, ci potrebbero essere dei testimoni che possano chiarire la vicenda. Ci auguriamo che la Procura per ottenere la massima chiarezza – hanno ribadito i legali che difendono Eder – riesca ad ottenere, i filmati, delle telecamere di sorveglianza. Stesso indirizzo, della difesa, la segue la famiglia da San Francisco, tramite il loro avvocato americano che, al di là delle indagini in corso, da parte della giustizia italiana e dei difensori a Roma  di Eder, venga fuori la verità e quindi il ragazzo – questo è il desiderio della famiglia del giovane – possa presto tornare a casa. Si comprende la difesa e la dichiarazione del ragazzo che oggi ha detto:” Ho temuto un’aggressione e che qualcuno volesse strozzarmi. Non sapevo che erano carabinieri”. Insomma una sorta di legittima difesa: due uomini in borghese li fermano, loro tentano la fuga, nonostante i due urlano:” Siamo carabinieri” non vengono creduti, da qui la colluttazione e le coltellate, con un vero pugnale. Eder non si accontenta di ferire “l’uomo in borghese” ma come un vero professionista sferra, undici coltellate, strazia le carni del carabiniere Cerciello, fino a ridurlo in fin di vita. La difesa, fa il suo lavoro, ma la realtà è che un turista a caccia di doga, va in giro nottetempo per Roma, armato con un pugnale, per trovare cocaina per lo sballo. E finisce per uccidere, non si ferma dopo il ferimento e gli urli.” Siamo carabinieri”. No Eder, ed il suo amico, non sentono nulla fino all’omicidio. Ci spiace che per Eder e il suo compagno di viaggio ma questo omicidio, non può finire, con una assoluzione. Chi uccide, con rara ferocia, ne subisce la conseguenze. E’ bene che la sua famiglia metta in conto una condanna che ovviamente, in uno Stato di diritto,  spetta ai magistrati.

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