Roma – L’UE:” Forse infrazione”. La maggioranza M5S – Lega si ricompatta

Fronte comune M5S – Lega dopo la bocciatura dei conti pubblici italiani da Bruxelles. Il vice premier, Di Maio, non ha fatto sconti a nessuno:” Siamo persone serie e l’Italia è un Paese serio che ri spetta le regole. Andremo nel Palazzo Ue per sederci intorno ad un tavolo con responsabilità. Non saremo lì per distruggere ma per costruire. Si parla di infrazione? Bene questo riguarda il debito prodotto dai governi Pd degli anni 2017 e 2018.Noi la prendiamo seriamente  ma non possiamo far finta di nulla e di non sapere che ci sono Paesi nell’Unione che, per risolvere l problema delle loro economie, si sono indebitati molto di più di quanto consentito dai trattati e non sono stati sottoposti a nessun tipo di infrazione”.  Il vice ministro della Lega, Salvini, ha saldato l’asse con Di Maio a Radio anch’io dove ha ribadito un concetto che ripete da mesi:” L’unico modo per ridurre il debito creato in passato è tagliare le tasse attuando la Flat Tax e consentire agli italiani di lavorare di più e meglio. Con tagli, austerità sono cresciuti debito e povertà oltre a precarietà e disoccupazione . Dobbiamo fare il contrario, non chiediamo i soldi degli altri vogliamo investire in lavoro, crescita, ricerca e infrastrutture.  Sono certo – ha aggiunto il ministro Salvini –  che Bruxelles rispetterà questa volontà. La saldatura, tra M5S e Lega ha subito prodotto il primo risultato in Senato dove, a distanza di poche ore dall’ok dei due leader a proseguire il tentativo di governare insieme, è stato approvato, su proposta dei rispettivi capigruppo, lo stop, per due anni, ai codici per l’appalto dei lavori. In breve è stata eliminata, l’eccessiva burocrazia, che era stata ritenuta indispensabile per evitare che la malavita organizzata entrasse negli affari dello Stato. Ci saranno altre misure e su tutto vigilerà la Guardia di  Finanza e le altre forze che si occupano della materia. Ma è la votazione in Senato, quasi unanime, di quella che veniva ritenuta una maggioranza ormai disfatta, è evidente: i sì sono stati 174, i no 55 e gli astenuti 40. M5S e Lega, davanti al pericolo di un Bilancio dello Stato già complicato, e per la salvaguardia dei conti privati e famiglie, hanno trovato un comune denominatore, la cui durata, è tutta da verificare sul campo.

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