Roma – Manovra in mare aperto non si trova la quadra forse in nottata

Niente di deciso. La pentola bolle a Palazzo Chigi, tra una pausa pranzo e riunioni diurne e notturne. L’obiettivo finale, per la manovra economica, non è ancora a portata di mano. Il Premier chiede al Ministero delle finanze sforzi maggiori per abbassare le tasse visto che non sarebbero gradite nemmeno misure temporanee e di scopo, limitate al 2020. Il braccio di ferro, tra Pd e Italia viva, continua. Renzi, dopo aver saputo che molte aziende che operano nel Pae se,  soprattutto in Emilia Romagna, italiane o multinazionali, Coca Cola compresa, chiuderebbero i battenti per l’aumento delle tasse, su plastica e bevande zuccherate, insiste:”… evitare nuova disoccupazione, peraltro inevitabile, “con licenziamenti preannunciati”. Per fare cassa si sta  facendo strada una maggiore tassazione sui giochi fondi che, il M5S, vorrebbe destinare al Vigili del Fuoco. Il ministro agli Esteri Di Maio,  capo politico del M5S, a Radio Capital ha negato che il Movimento voglia far cadere il governo con una frase precisa:” Se fosse così non l’avremmo fatto nascere affatto. No sul Mes, il gruppo parlamentare comprende una minoranza che è spaventata quando alzo la voce, ma – ha aggiunto Di Maio – non è possibile capitolare, su quello che per noi è importante per una distinzione che ci è stata chiesta, dal corpo elettorale, proiettandoci, a forza di maggioranza relativa. Così come quello che afferma Di Battista non può essere considerato corpo estraneo”. Intanto da Bruxelles giungono rassicurazioni sul Mes. Oggi è stata la volta di Dombrovskis ad affermare che l’Italia può essere tranquilla, non c’è nulla che riguardi il debito nel Mes e nel trattato di riforma. Ma nel M5S e nei partiti d’opposizione non c’è alcuna volontà di un voto, senza un pacchetto chiuso. Pacchetto che va confezionato, nonostante ci sa chi afferma che non è possibile, nell’arco di due o tre mesi in quanto, per l’Unione Bancaria, “non è ancora il tempo della politica”. Le pressioni sul Movimento del Pd, trovano una forte resistenza da parte di Di Battista, chiamato ad aiutare Di Maio in questa fase complicata dove, tra l’altro, il gruppo parlamentare stellato si è già espresso: “Mes in Aula solo dopo che il pacchetto europeo sarà stato completato, tanto da consentire una valutazione complessiva e senza trappole”. L’opposizione Lega, FdI e FI lavorano i fianchi della coalizione di governo per non concedere tregua, ad un esecutivo costretto a dire e smentire provvedimenti in continuazione. Una situazione, talmente complessa, che l’approvazione nel Cdm della riforma del processo civile è passata inosservata, nonostante il ministro Bonafede ha significato che è stato previsto, l’abbattimento dei tempi dei processi del 50%, rispetto agli attuali. Tutto molto complicato più del previsto ma i tempi per non andare in esercizio provvisorio sono strettissimi: il 31 dicembre è alle porte ma c’è chi continua a non decidere comunque la chiusura della manovra.

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