Roma – Mattarella in scuole con bimbi cinesi. Allo Spallanzani test e prove

L’OMS continua a raccomandare, ai ricercatori di tutti i Paesi di impegnarsi, oltre le loro forze, per riuscire a trovare un antivirale, o un vaccino in grado di fermare l’epidemia esplosa in Cina, con baricentro nella città di Wuhan. Un’allerta che va raccolta senza tentare, per rassicurare le popolazioni, che ci sono novità confortanti, smentite dall’OMS. Il coronavirus, isolato all’Istituto Spallanzani, non è ancora attaccabile, per renderlo inoffensivo. Intanto la cronaca registra che  tra i 56 italiani rientrati da Wuhan, in isolamento alla Cecchignola  c’è stato un caso sospetto, immediatamente trasferito,  all’Istituto Spallanzani . Così come restano critiche ma stabili le condizioni della coppia cinese ricoverata all’Istituto romano, finiti in rianimazione, dopo l’improvviso aggravamento per il palesarsi di difficoltà respiratorie. Attualmente gli anziani coniugi cinesi, sono trattati sperimentalmente, anche con farmaci  che solitamente si utilizzano contro l’Ebola o l’Hiv. Si tratta di farmaci indicati dall’Oms, viene affermato dai sanitari dello Spallanzani,  come i più promettenti per cercare l’antidoto al coronavirus. All’Istituto romano rimangono ricoverati 9 pazienti di cui 2 casi confermati  e 4 in attesa dei test in corso. Altri 3 pazienti risultati negativi, sono stati trattenuti, per effettuare altri test ed avere la certezza che non sano contagiati. Intanto il Capo dello  Stato, Mattarella, ha raggiunto una scuola elementare dove ci sono anche scolari cinesi, tornati in Italia, dopo essere stati in Cina. Una visita significativa a dimostrazione che non c’è pericolo di contagi e che, le autorità sanitarie italiane se rassicurano, ne hanno la competenza di farlo. Un segnale anche per il Presidente cinese Xi che non aveva gradito, alcune decisioni prese dalle autorità italiane.  Una visita del Presidente anche per rassicurare, i presidenti delle Regioni del Nord, che avevano sollevato dubbi sulla presenza di bimbi cinesi nelle scuole, dopo essere stati nel loro Paese d’origine. Mattarella, com’è sua abitudine, anche in questo caso, ha dimostrato che alle sue affermazioni fa seguire fatti concreti.

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