Roma – Ministri in affanno per il ” duro avvertimento” di “Dibba”

Nelle ultime ore si stanno intrecciando ” frecciate” tra ministri per le opere strategiche,  provocate anche dall’intervento di Alessandro Di Giambattista, detto Dibba un “duro” del M5S, L’uomo del no al posto di po tere, con estrema decisione ha richiamato, il Movimento, a non cedere nè su Tap e Tav:” in quanto  opere inutili contestate, in campagna elettorale, e fruttate tantissimi voti al M5S”. Si deve registrare prima l’inter vento della ministra per il Sud, Barbara Lezzi, che ha fatto un’analisi di verità accadute, negli anni trascorsi. Interventi sbagliati dei governi, durante e post crisi, che hanno provocato la perdita al Sud di ben 300 mi la posti di lavoro.  Ma la ministra pone in evidenza un calcolo non noto: al Sud dove andare i 34% degli investimenti, in base alla popolazione, ed invece ha ricevuto un risicato 29%. Ma la ministra è andata oltre ed ha elencato le infrastrutture che mancano e che, gli italiani del Mezzogiorno, attendono da decenni: strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche assetto idrogeologico ed energia pulita. Un discorso che ha finito per coinvolgere, non a caso, il messaggio  di Di Battista, che da Puerto Escondido, ha fatto la morale a chi oggi è al potere e mostra, tantissime difficoltà di mantenere le promesse elettorali, così come avvenuto con altri governi a guida dei partiti cosiddetti ” tradizionali”.  A tutto tondo risponde il ministro per l’Interno Salvini. A Di Battista, dice di avere un pò di invidia di saperlo a Puerto Escondido mentre lui si accontenta, di essere al mare in Italia, e a Milano Marittima. Il ministro coglie l’occasione per ribadire la sua posizione, tramite in quotidiano La Stampa:” Ci sono fior fiore di docenti per valutare il rapporto costi – benefici per la pedemontana, Terzo Valico e Tap, opera quest’ultima in ultimazione e che farebbe risparmiare agli italiani il 10% sul costo dell’energia erogata. “Per la Tav il discorso è diverso – afferma il ministro del l’oltre Pò, Salvini – bisogna calcolare, con attenzione costi e benefici, ma soprattutto quello che andremmo a rimetterci fermando i lavori: se si tratta di 3 o 4 miliardi conviene realizzare l’opera punto e basta.

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