Roma – Mugugni tra i 5S per la Manovra. Di Maio:” Carcere ai grandi evasori”

I malumori nel Movimento non mancano e non sono pochi. I parlamentari  chiedono di apportare modifiche al Documento programmatico – finanziario. Sarebbero penalizzate le partite Iva, con un tetto fino a 65 mila euro, al 15%, ma non sono solo questi i malumori e riguardano, il tetto al pagamento in contanti e le sanzioni per chi non è provvisto di linea per il pagamento con carte di credito. Così come il carcere per i grandi evasori. Dimostrazione di una strana sensbilità verso chi evade, danneggiando non solo il Paese ma soprattutto chi onestamente paga il suo tributo allo Stato, erogatore di tutti i servizi, ai vari livelli: nazionale, regionale e comunale. I parlamentari pentastellati, appaiono preoccupati di una stretta anti evasione che va,  dall’elettricista all’idraulico e dal parrucchiere al commerciante. Il capo politico del Movimento, negli Stati Uniti, unitamente al Presidente, in visita di Stato, cerca una via d’uscita: la Legge di Bilancio e gli altri documenti finanziari, non sono indirizzati ( sic) per colpire i commercianti ma i grandi evasori che, se scoperti a truffare lo Stato e gli italiani oltre 100 mila euro, non solo dovrà pagare il maltolto alla comunità nazionale, ma subirà sequestri per somme superiori al non versato, di modo che perda di più. Prima,  prosegue D i Maio, concordava per un 50%, e si teneva nel portafoglio l’altro 50% evaso. Nelle tante categorie di artigiani e commerciali, una stretta del genere non è accettata a cuor leggero. Così come non lo è tra gli imprenditori e industriali che ritengono l’evasione, giustificabile moralmente, per una tassazione elevatissima. Tra l’altro, l’utilizzo della carta di credito, se non ci sarà prima una trattativa con le banche, in favore della clientela, finirà per rimpinguare oltre misura le casse degli istituti di credito e diventerà, una nuova tassa per chi non userà il contante, come vuole la nuova normativa. Si era detto che ci sarebbe stata una carta prepagata a costo zero o quasi. Il governo, come confermato dallo stesso Premier, è deciso ad andare avanti, dopo l’ultima stima che fissa l’evasione a quota, 109 miliardi di euro. Una vera ingiustizia in danno degli onesti. Ma le pressioni sui pentastellati e democratici non mancano: prima abbassare le tasse e poi attaccare l’evasione fiscale. Ma, va detto, che il Premier e il ministro per l’Economia, prima di ottenere l’ok dall’Unione Europea sl nuovo sforamento, ha preso degli impegni inclusi nel documento già inviato a Bruxelles. Tornare indietro è praticamente impossibile o meglio rimetterebbe, tutto in discussione su un “impianto economico”, tanto complesso quanto difficile.

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