A tarda sera, dopo una serie di accuse e smentite, si può fare il punto sul comportamento, del comandante del rimorchiatore Asso 28, che opera per le piattaforme Eni in Mediterraneo. E’ accaduto che il capitano, dopo essere stato avvertito che c’era, un gommone in difficoltà a 1,5 miglia a Sud – Est della piattaforma, ha salvato 108 persone e le ha riportate in Libia. Apriti cielo. L’Unhcr ritiene che non ci sia porto sicuro nel Paese africano: Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale all’Università di Bari, ha specificato che ” C’è l’obbligo, per una nave che batte bandiera, di non effettuare respingimenti; l’on Frantoiani a bor do della della nave, Ong spagnola Open Arms, ha accusato Italia e Eni di aver violato il diritto internazionale e relative Convenzioni. Ma i fatti, comprovati dalle autorità e Eni sono questi. Il ministro Salvini ha speci ficato che, in questa operazione l’Italia non c’entra nulla, in quanto il coordinamento è stato assunto dalla Guardia Costiera libica. Il comandante della Guardia Costiera italiana, che non è un politico, ha confermato che, l’intera operazione, è stata coordinata solo dalla Guardia costiera libica. L’armatore del rimorchiatore, Asso 28, ha dichiarato, ( ci sono le registrazioni) che, la richiesta di intervento è stato ordinato da Marine Department di Sabratah che ha controllato il recupero e lo sbarco in Libia. L’Eni ha smentito di essere intervenuta nella vicenda. L’Unione europea, ha chiesto chiarimenti all’Italia,in quanto sostiene che in Libia non ci sia un porto sicuro. Da tutte queste notizie si evince che non c’è alcun giallo. Occorre prendere atto che la Libia ha una sua marina che blocca gommoni e barconi, carichi di persone che hanno pagato agli schiavisti, mediamente 5 mila euro a testa e che, nessuno può mettersi in cattedra, per gli sbarchi in Italia visto che molti Paesi Ue non vogliono accogliere nessuno. Va anche considerato che in parte di chi ha tocca to terra in Italia, di menticato confine Sud europeo, è sparito nel nulla e non si sa nè cosa fa e nè come vive, ma certamente, avrà bisogno di vivere: come? La stessa Unione europea, non nega che tra i tantissimi sbarcati in Sicilia, ci possono essere terroristi. Ma la Libia non ha porti sicuri e, con questa assoluta verità, si consente agli schiavisti di guadagnare somme ingenti, oltre alle continue violenze, di proseguire nel loro lurido lavoro. In questo dramma, della nostra epoca contrassegnata da schiavi e schiavisti, c’è chi pensa di essere in possesso della soluzione? Non scherziamo! C’è chi gioca con il fuoco e non vorrei mai scrivere che terroristi hanno colpito. Dio ci risparmi, obiettivi anche in Italia. La comunità internazionale e l’Ue si muova, nella giusta direzione e protegga, come ha promesso il Presidente Trump al nostro Premier, Conte, di aiutare il nostro Paese, in condizioni di notevole incertezza, proprio a causa di una immigrazione clandestina che va stroncata per poter accogliere i veri rifugiati che hanno tutti i diritti di essere adeguatamente as sistiti, sistemati e aiutati a superare il dramma della guerra, persecuzioni, fame e violenze di ogni genere.