Roma – Niccolò allo Spallanzani. Primo morto in Europa e primo caso in Africa

Il ragazzo di 17 anni, Niccolò, rimasto per ben tre volte nella bolgia del coronavirus di Wuhan, superato il test di controllo cinese, è giunto in Italia con un aereo militare. Il giovane connazionale è stato subito prelevato dai sanitari e trasferi to, all’Istituto Spallanzani, dove rimarrà in isolamento per la quarantena. I sanitari lo hanno trovato in buone condizioni di salute, febbricitante ma non presenta i sintomi dei contagiati, comunque sono in corso, i test di routine, che siono risultati negativi. Dallo Spallanzani c’è un’altra notizia confortante dei due anziani coniugi cinesi, in rianimazione e prognosi riservata: presentano parametri migliorati, dopo le intense cure praticate, con gli antivirali. Intanto come poteva accadere, in Francia si è verificato il primo decesso in Europa, da coronavirus: una turista cinese di 80 anni è venuta a mancare. Proveniva dalla provincia di Hubei era in rianimazione e la figlia, ai test era risultata positiva all’epidemia. un’altra notizia, non positiva è che un cittadino straniero, sbarcato in Egitto, ha presentato tutti i sintomi dell’infezione ed è stato posto subito in quarantena. L’Oms e i virologi, di tutto il mondo, oltre che i governanti si auguravano che il coronavirus non facesse la sua comparsa in Africa, dove il sistema sanitario è fragile e, la diffusione del’epidemia, potrebbe essere un grave problema per africani e mondo intero. Da questa premessa l’attenzione aumentata, da parte dei sanitari delle nazioni che assistono i contagiati. Tutti hanno disposto misure eccezionali, particolarmente in Cina, per chi non denuncia di essere malato. Negli altri Paesi, c’è molta attenzione alle dichiarazioni di guarigione. Il motivo è dettato dal fatto di evitare, quanto più possibile, la diffusione dell’epidemia. Intanto, i dati forniti dalle autorità sanitari cinesi non sono confortanti: oggi 193 decessi e i contagiati nel totale avrebbero raggiunto quota 67 mila . Ora  si sta aprendo un altro problema, peraltro gigantesco. Chi è impegnato, dall’inizio all’assistenza dei pazienti a Wuhan, comincia a mostrare segni di stanchezza e affaticamento. Basti pensare che, il personale medico e paramedico, che non ha il tempo di provvedere, alle loro necessità personali, all’atto di indossare le tute anti – infezione infilano anche pannoloni, per poter proseguire i loro turni…. senza interruzione che …non sarebbero brevi. per evitare di infettarsi. l’Oms continua a seguire con grande attenzione la situazione e impartisce disposizioni, per cercare di ottenere contagi e mortalità in diminuzione, un segnale importantissimo per tutto il mondo. Gli italiani seguono doverosamente il problema di una epidemia e chiedono chiarimenti ai medici di famiglia o vanno a visitare il sito organizzato dal governo, dove ci sono tutte le istruzioni per evitare contagi.

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