Roma – No alla Tav? E’un voto di sfiducia al Premier.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il governo giallo – verde, che che ne pensi Di Giambattista andrà avanti. L’approvazione del, Decreto Sicurezza bis, ha dato il via libera anche alle altre leggi  e provvedimenti che approderanno in Aula, prima e dopo le ferie. Appare più che evidente che, il M5S e la Lega, non alcun alcun interesse di andare, ad elezioni anticipate prima di quelle riforme che possano dimostrare che il “governo del cambiamento” c’è stato e che è riuscito, nonostante le difficoltà economiche e le differenze politiche, a realizzare quello che altre forze non hanno nemmeno pensato, di mettere in cantiere. Ora c’è il problema Tav da far passare, e giustamente Salvini, in questo unico caso, ha fatto un passo lateralmente:” Un no alla Tav è la sfiducia al Premier Conte che ha già scritto, al coordinamento degli appalti di procedere, dopo che ha dimostrato, a se stesso, che sarebbe costato molto di più bloccare i lavori, che realizzare l’opera. La ” conta” quindi non riguarda la Lega ma direttamente il Premier, che se sfiduciato dal voto parlamentare, non può che dimettersi e tornare alla sua cattedra universitaria. Ma in pentola c’è molto di più: c’è l’abbattimento del cuneo fiscale, non si sa in quale misura, per far ripartire l’economia così come c’è, la flat tax, che non sembra sia stata accantonata da Salvini, anche se il denaro per finanziare la riforma non c’è, e non la si può fare in deficit. Gli accordi con l’Unione Europea vanno mantenuti per evitare che ritorni, la paura dell’infrazione e di commissari nei vari ministeri, per imporre una politica di austerità. Argomenti tutti molto seri che, dovrebbero essere affrontati con realismo, senza urla e strepiti. Settimana di fuoco, prima della conferenza stampa del Premier Conte, prevista per giovedì, prima del rompete le righe e concedere, anche ai legislatori, un periodo di riposo estivo. Cosa accadrà, tra oggi e giovedì non è possibile prevederlo, anche se la crisi sembra scongiurata. Cosa accadrà da settembre lo sa soltanto Dio e non chi è al timone, del piccolo e fragile vascello del governo, in navigazione con il mare in tempesta…lontano da un porto sicuro.

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