Roma – Nuove consultazioni al Quirinale. Governo? Partiti senza soluzioni

Il Presidente della Repubblica, Mattarella, riprenderà le consultazioni, giovedì e venerdì. Inizierà con la forze politiche ” minori” per chiudere con il M5S. Solo dopo sentirà le cariche istituzionali. Il problema dei problemi, per la formazione del governo, lo ha messo in evidenza il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick il quale ha rilevato come, i vertici dei partiti vanno al Quirinale, non con proposte concrete per una soluzione possibile, ma per ascoltare cosa dice il Capo dello Stato. Ed è proprio così se si esamina cosa hanno detto, tanto per non allargare il discorso, Di Maio e Salvini. Il capo politico del M5S ha reso noto che stanno lavorando intorno alla preparazione di un “contratto” per il nuovo governo. Siamo pronti – ha precisato – ma ci sono di namiche interne, al centrodestra e al Pd, che devono trovare uno sbocco. Non c’è che attendere l’evoluzione delle situazioni nelle altre forze politiche. Insomma Di Maio sale al Quirinale per non di re nulla. Stessa situazione per Salvini che, intervistato, ha sottolineato che se viene chiamato da Di Maio risponderà per educazione ma niente di più. Insomma davanti ai tanti no del M5S, in ovvie difficoltà interne, non c’è nulla di nuovo: le posizioni sono rimaste immutate. E’ pur vero che ci sono elezioni a breve scadenza ed è anche vero che il Pd sta dibattendo il problema di stare all’oppo sizione, ma la realtà è che l’Italia ha necessità di un governo che non appare all’orizzonte e, non potrà essere il Presidente, a dare indicazioni ma sono i partiti a doverle fornire, per garantire esecu tivi provvisti di maggioranza tanto da attuare il programma o il ” contratto” come viene chiamato dal M5S. Non è una condizione piacevole ma, con questa legge elettorale, ampiamente prevista. Tutte le forze politiche si facciano carico della responsabilità di dare un governo al Paese o con una grande coalizione o con una convergenza sofferta, quanto si vuole. In mancanza di questa volon tà lo spettro di nuove elezioni è dietro l’angolo e il Capo dello Stato non può che prenderne atto.

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