Ok della Camera, in prima lettura, alla riduzione dei senatori e deputati, testo già approvato dal Senato. Hanno votato sì gli eletti del M5S, Lega, F.I. e FdI. Contrari con 107 voti, Pd, Leu, Civica e popolari. Gli astenuti sono stati 5. Per modificare la Carta non basta questa votazione, ne occorre un’altra che deve votare a maggioranza, il testo identico al precedente, altrimenti l’auspicata diminuzione dei parlamentari non avverrà. I deputati che hanno votato sì sostengono, quello che affermano in generale gli italiani: i parlamentari sono troppi, costano tantissimo e paragonati a quelli eletti nelle grandi democrazie, in rapporto al numero degli abitanti, sono tantissimi e vanno ridotti così com’è già avvenuto, per i consiglieri regionali e comunali. Chi ha votato no sostiene che questo taglio finirebbe per penalizzare fortemente le forze politiche ” minori” in quanto, per eleggere un deputato sarebbero necessari, circa 150 mila voti. Insomma i rappresentanti delle forze politiche minori finirebbero fuori dal Parlamento e quindi non avrebbero più rappresentanti. Insomma il nodo non sarebbe abbattere il costo della politica ma il modo per far fuori i ” cespugli”. Ma la partita sembra si avvii alla conclusione: se in seconda lettura la Camera approverà, l’identico testo proposto per la prima lettura, la riduzione avverrà alla prima votazione per le politiche. Ne soffrirà la democrazia? No. Anzi meno parlamentari potrà significare maggiore efficienza e un giusto lavoro per gli eletti.