Roma – Partiti in difficoltà per liste e ” fuoco amico”.

Candidati varati, dopo una notte insonne della direzione,  Pd. Le minoranze non hanno firmato: Orlando, Cuperlo ed Emiliano avrebbero voluto un ricalcolo sulla base, dei 200 parlamentari e non dei 150, previsti dalla direzione. Poi all’alba la decisione finale ed il collocamento, nelle caselle di tutti i candidati” non più modificabile”. Oggi si respira aria di tempesta: la minoranza si è sentita discriminata ed “annullata”. Ma la maggioranza, come si evince chiaramente, pensa al dopo voto, quando cioè saranno al 99% indispensabili degli accordi, con altre forze politiche,  per dare al Paese un governo. Potrebbe bastare una pattuglia di eletti, disponibili a tutto per evitare nuove elezioni, per superare la mancanza di una maggioranza. Acque agitate anche nel M5S dove i candidati, pubblicati spariscono, come neve al sole di marzo. La trasparenza è un lontanissimo ricordo tanto decantata. E’ pur vero che Di Maio, orfano di Grillo, che è e rimane l’utopista del M5S, continua a dichiarare alla massa di scontenti che:” E’ in corso un lavoro di controllo dei candi  dati per verificare la loro affidabilità”. Non vanno meglio le cose in LeU, dove i paracadutati di Grasso, fanno fuori personaggi storici di sinistra ben radicati sul territorio. Così come sta accadendo nel Cd dove, Ber lusconi afferma il contrario, di quello che dichiara Salvini. Tra i due leader l’aria è pesantissima e non può che nuocere nelle decisioni di quella consistente fetta di elettori, oltre il 30% circa di elettori, ancora inde cisi. Il Cd, appare evidente, deve riuscire a trovare, tra le quattro anime della coalizione, un comune programma definitivo altrimenti il rischio è che possa perdere non pochi voti, per eccesso di… litigiosità. Certo è che i sondaggisti devono continuamente lavorare perchè, vista la situazione di grande confusione, di certo rimane molto poco. La campagna elettorale quella vera inizierà dalla prossima settimana e solo dopo si capirà chi avrà la maggiore forza per aprire le trattative per la formazione del nuovo governo

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