Roma – Partiti incartati. Per il governo la parola al Presidente.

Giornata di riflessione per tentare di varare il nuovo governo. E’ sempre però più chiaro che una soluzione all’intricata vicenda potrebbe passare per Berlusconi, Pd e Presidente della Repubblica. Salvini e Di Maio, tatticamente si sono posizionati, ma entrambi non hanno i voti necessari per ottenere l’incarico. Il cavaliere salirà al Quirinale, forte di una coalizione che ha ottenuto il 37%, per avere dal Capo dello Stato l’ok per Salvini o uno dei suoi uomini più fidati. Di Mao è il candidato che, a capo di un solo Movimento, ha ottenuto il 32%  e sarebbe quindi legittimato a chiedere di avere l’incarico se i capigruppo, delle varie forze, sentiti dal Presidente esprimeranno il  gradimento per il capo politico del M5S. Una chiave per evitare il caos l’ha in mano il Pd che afferma di non avere interesse e puntare ad una opposizione ” cosciente”. Ma su richiesta di Mattarella, che non può volere elezioni a giugno o in autunno, il Pd potrebbe cedere ed entrare in una delle due possibi lità, Cd e M5S, per formare un governo. Ma va rammentato che non sono mancati i veti di chi ha anticipato i tempi. Il M5S ha detto no a Berlusconi che è e rimane il presidente di Forza Italia, con i suoi fedelissimi pronti a tutto. Così come, sempre il M5S, ha lanciato un appello al Pd derenzializzato, una sciocchezza politica se si fanno i conti dei renziani di ferro, anche loro pronti a tutto. Per queste ragioni le consultazioni del Presidente della Repubblica inizieranno con una serie di ” niet” che in politica non portano bene. Infine c’è Salvini che tutto può fare meno che un accordo senza il Cd che gli ha consentito l’ottimo successo e con le amministrative in Regioni e Comuni ormai alle porte. Certo se Di Mao si presenta al Quirinale da solo è giusto pensare per fare che? Ma la stes sa regola vale per Salvini che se si presenta al Quirinale senza l’ok del Cd, quindi di Berlusconi, ci va a a far che? Nuove elezioni? Il Presidente farà di tutto per evitarle perchè senza una nuova legge elettorale i risultati cambierebbero ma d poco,. Insomma il problema non si risolverebbe. E poi ci sono impegni in Ue che premono, anche se rinviabili ma non di molto. Se fosse passato il referen dum dal 4 marzo si sarebbe saputo chi aveva vinto e chi perso.

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