Lunedì prossimo a “segnare” la storia d’Italia non può essere che il Quirinale. Il Presidente Mattarella, ha ben ragione di essere, immaginiamo, molto infastidito, dopo che ha più volte invitato le forze politiche a trovare un accordo, per un governo di coalizione, come è sempre accaduto se il popolo ha votato con una legge in parte proporzionale e in parte maggioritaria. Nessun partito ha raggiunto la maggioranza assoluta e l’unica strada, per dare un esecutivo al Paese, è l’accordo tra partiti diversi, per storia e cultura. Non possiamo immaginare che il giorno dell’inizio della prossi ma settimana, le delegazioni si presenteranno al Quirinale senza una soluzione, o peggio, per chiedere al Capo dello Stato come uscire dallo stallo attuale durato due mesi. Mattarella è stato chiaris simo: deve dare all’Italia, Costituzione alla mano, un governo che garantisca la tenuta dei conti pubblici e fare gli interessi degli italiani, non solo nazionale e comunitario. Il compito che attende il Presidente, dopo la tante dichiarazioni folli di ” personaggi” politici, sarà arduo. Se non avverrà un miracolo, nelle poche ore che mancano alle consultazioni, Mattarella dovrà trovare la quadra ad una situazione intollerabile, non già per il tempo trascorso dalle elezioni del 4 marzo, ma per come è stato trattato il gravissimo problema di dare un governo vero al Paese. Non è più tempo di im provvisazioni, di slogan da campagna elettorale. La strada è obbligata: evitare, costi quello che costi, di sciogliere il Parlamento e farci tornare a votare con il ” Rosatellum”. Il rischio per la demo crazia diventerebbe concreto.