Roma – Renzi:” Revoca autostrade: si può?”. Pd incerto. Di Battista a Di Maio:” Fuori Benetton”

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si è inserito sulla revoca ad Autostrade, durante la partecipazione ad una trasmissione,  a Radio Capital. Renzi ha sostenuto che ” La revoca sta in piedi se ha basi giuridiche oppure si rischia di fare un bel regalo ad autostrade che vorrà un risarcimento d 40 miliardi di euro. E’ certamente giusto sostenere che chi è colpevole debba pagare ma – ha proseguito Renzi – bisogna perseguire i responsabili, con serietà  e senza spaventare gli investitori”. Il vice ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni del M5S a sua volta ha precisato:”Stiamo parlando di atti dovuti anche se la vera domanda è ” cosa avete fatto fino ad oggi?”. Ma subito dopo gli annunci di revoca dlle concessioni, il socio di riferimento di Atlanta ha fallito e Buffagni ha aggiunto:” E’ il caso di fare scelte diverse?”. Intanto Autostrade non è ferma ed ha presentato  un piano di investimenti di circa 7 miliardi  con 1000 nuove assunzioni e monitoraggio, con sistemi ultra sofisticati ed in tempo reale: di viadotti, ponti e gallerie. Il tentativo di Autostrade è quello di calmare le acque della politica, provare a riconquistare la fiducia persa, anche a livello di pubblica opinione e salvare le concessioni. Il completamento del dossier è sul tavolo del ministro Paola  De Micheli ed è una decisione che scotta, comunque sarà deciso.  La realtà, che va oltre le tattiche e strategie, l’ha messa a punto Di Battista, il grillino doc che rivolgendosi a Di Maio lo ha invitato, senza tentennamenti a togliere le concessioni a Benetton ed ha rammentato che, le 43 vittime del Ponte Morandi crollato per incuria, nell’ordinaria e straordinaria manutenzione ha determinato la tragedia. Dice bene Renzi:” Perchè crisi di governo, che abbiamo votato per fare le cose seriamente, per le concessioni?”. Dice bene anche Buffagni ma Di Maio, capo politico del M5S, oggi non ha più la forza di opporsi a Di Battista e ai parlamentari, sempre meno compatti e spaventati dal crollo dei consensi che, saranno confermati a meno di miracoli, alle regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria. Il gioco al massacro politico è in corso anche nel Pd dove i riformisti, sono decisi a proseguire la collaborazione con i 5 Stelle, evitando elezioni anticipate che, nessuno vuole, mentre aumentano i dubbi i dubbi anche per altre decisioni come la prescrizione abolita.

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