Roma – Scontri al calor bianco. Governo lontano

Fare il punto della situazione politica per la formazione del nuovo governo è una vera impresa. Di Maio e Salvini sono ormai prossimi…. allo scontro fisico dopo le reciproche offese verbali. Ma per farsi comprendere occorre procedere in breve. Berlusconi e la Meloni vorrebbero tentare di andare in Parlamento, con Salvini premier, ed ottenere i voti che mancano in Aula. Il leader della Lega, che si sta rivelando uno stratega non ci sta, ed ha spiegato alla coalizione cd che occorre respingere il Pd all’opposizione e blandire il M5S che non vuole andare alle elezioni, con un impegno di mag gioranza, assunto prima dell’incarico. Salvini non vuole farsi infilzare in Parlamento. Ha steso la mano verso Di Mao ma ha ottenuto un ” no” secco:” Se va con Berlusconi accetta il vecchio, la resta urazione e non le riforme e un’Italia che cambia pelle, No ad un’ammucchiata di tutti al governo”. Inoltre Di Maio non è affatto disposto a rinunciare ad essere premier così come non ha rinuncia to Salvini, il quale però fa filtrare la possibilità di un terzo nome: ad esempio Giorgetti. Il gioco è pesante anche per l’avvicinarsi, di elezioni regionali che vede sia il Cd e sia il M5S impegnati per ampliare il successo delle politiche. Operare in questa situazione è praticamente impossibile e un accordo non  può essere vicino. Lo scontro tra Di Maio e Salvini è stato durissimo tanto da lasciare il segno e rendere molto compplicao un riavvicinamento. I voti per una maggioranza ci sarebbero ma li tiene il Pd che, con Martina, continua a ripetere:” Dopo l’insuccesso elettorale a noi spetta il ruolo di oppositori e non quella di forza di governo”. Gli appelli di di Maio al Pd sono caduti nel vuoto, con grande soddisfazione di Renzi, che è stato duramente contestato dagli stellati. Così men tre Di Maio e Casaleggio puntano ad andare al governo, con il Movimento, per dimostrare il cambiamento non trovano sponda nel Pd  mentre nel Cd, dove Salvini dopo i segnali lanciati a Di Maio, si è bloccato tutto. Sta vincendo la serie di veti incrociati di antica memoria. Non sarà facile per il Presidente Mattarella mettere insieme forze così divise, non tanto sul programma, quanto per ri picche e valutazioni personali. L’unico che afferma di non temere nuove elezioni è Salvini, una minaccia che fa tremare il M5S, FI e FdI nonchè il Pd. Forze politiche che non si possono permettere  emorragie di voti, peraltro prevedibili.

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