Vertice ad Arcore del centrodestra con Berlusconi, Salvini e Meloni. Vertice ad Ivrea del M5S con Grillo, Casaleggio e Di Maio. Le posizioni note sono queste. Salvini è il candidato premier per il Cd ma non accetterà, alcun incarico, se prima non avrà i voti sufficienti per governare. Il leader della Lega esclude i voti del Pd, “partito responsabile di sfracelli” dialogherà con il M5S per trovare una soluzione, all’intricato periodo post elettorale. “In caso non si trovi una via d’uscita è meglio – conferma Salvini – tornare a chiedere il via libera agli italiani”. Sul dialogo Lega – M5S non sono dello stesso parere Berlusconi e la Meloni, convinti che nessuno degli eletti vuole andare a nuove elezioni e quindi, alla fine, voterebbero un governo di centrodestra. Soluzione, questa osteggiata da Sal vini che cercherà di convincere Di Maio ad un compromesso, anche su un terzo candidato premier. Ma Di Maio, pur nella convinzione che una soluzione va trovata perchè, in caso di nuovo ricorso alle urne, il M5S non avrebbe l’attuale forza. Insomma l’attuale è un’occasione unica – è stato detto da Casaleggio e Grillo – di andare comunque al governo, fare le riforme attese dagli italiani per consolidare il cambiamento nel governare e instaurare un nuovo rapporto con gli elettori. Ma Di Maio, ha già risposto picche a Salvini che vuole portarsi dietro Berlusconi, cioè il vecchio proteso alla restaurazione, ” No alla grande ammucchiata – ha detto il capo politico del Movimento – non ci staremo mai”. Di Maio guarda con impazienza al Pd, arroccato su una posizione di opposizione costruttiva ma niente di più. Un gioco molto pericoloso che per il momento non ha interessato l’economia: gli investitori attendono notizie rassicuranti. Comunque il Cd andrà al Quirinale insieme con obiettivi precisi: taglio tasse, blocco immigrazione, sicurezza dei cittadini e famiglie ma con il 37%. Il M5S non si crede possa accettare, una grande coalizione con Berlusconi e la Meloni. Lo stallo c’è e Salvini non troverà facilmente chi lo aiuterà a trovare una maggioranza garantita. In serata si è aperta una nuova soluzione per il premier, potrebbe essere un terzo, con un passo indie tro sia di Di Maio e sia di S alvini, ma il problema non è questo. Occorre una maggioranza che governi: M5S – Pd o Cd – Movimento, sia pure spezzato. Appare evidente che se il Pd uscisse dalla sua attuale posizione, su pressione del Presidente Mattarella al quale non interessano partiti e politica, ma il governo della Nazione, la soluzione, d’incanto, sarebbe a portata di mano.