Roma – Trappola Pd al M5S? Di Maio nel mirino, Errori macro di tutti i partiti

Governo M5S – Pd? Possibile ma a determinate condizioni che stanno maturando tra i democrat. No a Di Maio premier, il jobs act rimane quello deciso, sì alla ferrovia Torino – Lione e niente red dito di cittadinanza ma solo quello di inclusione migliorato. Condizioni capestro, inaccettabili per il Movimento che si vedrebbe costretto a dire di no, ad una vera Waterloo politica. Ma nel Pd un “contratto” bocciando la strategia del governo, con un premier come Renzi, che controlla la maggioranza nel partito e tra i parlamentari, appare impossibile. Dialogare con il Movimento è giusto ma senza abdicare davanti ad un non partito che ha raccolto – viene affermato tra i democratici – lo scontento e promesse economiche insostenibili dalle casse pubbliche. La situazione sembra si va evolvendo in questo senso tanto che, l’allineamento che va da Martina a Emiliano, passando per Franceschini e Orlando, sta ripiegando su posizioni molto più prudenti, di quanto riferito alla stam pa, dal Presidente della Camera, Roberto Fico, dopo il colloquio con il Capo dello Stato. Il 3 maggio la direzione dem deciderà la strategia ma l’asticella sarà, molto più alta, di quella posizionata dal segretario reggente. A cosa punta il Pd, se manterrà questa strategia? A spaccare il Movimento su Di Maio che potrebbe pagare, a caro prezzo, i due ” forni” falliti. A dimostrare che il capo del M5S dopo 60 giorni di trattative non ha concluso nulla. In parole povere il Pd  vorrebbe spingere Di Maio a riaprire  il  dialogo con Salvini, il che sarebbe un evidente suicidio politico. Il motivo è presto detto. Salvini proprio oggi, alla vigilia del voto in Friuli Venezia Giulia, ha confermato la sua fedeltà al centrodestra, abbracciando il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Il leader della Lega, sa in cuor suo non vuole vincere soltanto le regionali ma di  conquistare, la leadership dell’intero centrodestra, che rappresenta non solo il 37% dell’elettorato ma ha in mano il potere di Regioni d’avanguardia unitamente a Comuni molto importanti. Un patrimonio politico che, la Lega di Salvini, poteva soltanto sognare ad occhi aperti. E’ certo che la parola è tornata al Presidente che non ha concesso a Fico nessun tempo ” supplementare”. In politica è sempre stato così : chi sbaglia paga pegno e il M5S di sbagli ne ha fatti tanti, sia nel parlare e sia nel credere che era facile, spaccare le altre forze politiche. Gli errori sono stati commessi solo dal Movimento? No basta guardare in casa del centrodestra o in quello dei democratici per rendersi conto che nessuno ha imboccato, do po le elezioni, la strada giusta: tacere e concludere.

 

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