Strasburgo – Scontri con feriti gilet gialli – polizia

Scontri molo duri, tra i gilet gialli e la polizia, a Strasburgo. I dimostranti hanno cercato a più riprese, di raggiungere i palazzi delle istituzioni europee, e la polizia lo ha impedito con numerose cari che e abbondante uso di gas lacrimogeni. I gilet gialli issavano cartelli e urlavano slogan, contro il Presidente Macron e l’Unione Europa, dove si lavorerebbe poco con stipendi molto alti. Ma soprattutto i gilet gialli sono convinti che l’UE, con le sue regole, non consente lo sviluppo e quindi: occupazione, stipendi e pensioni  adeguati al costo della vita. In verità, non è un modo di vedere le cose solo dei francesi che affrontano la polizia a Parigi, in tante altre città ed ora anche a  Strasburgo. La pensano così tantissimi cittadini europei, dal Patto da chi è residente nei Paesi dell’Est europeo fino all’italia e Spagna. Ma la realtà che sta vivendo la Francia è una storia a sè. Sono 24 sabati che i gilet gialli scendono in piazza, per chiedere riforme, ed un modello di sviluppo  diverso. E per due volte il Presidente Macron ha tentato di parlare ai francesi, con discorsi chilometrici, ma che non hanno risolto la frattura esistente tra lui e quella gran  parte di francesi, quella maggioranza, che vive male. Non è la rivolta delle periferie della grandi città è un malcontento diffuso nel Paese, fatta eccezione per quella parte privilegiata della borghesia che appoggia il Presidente. Non è nemmeno singolare che La Le pen, nell’ultimo sondaggio, è preferita a Macron per circa 8 punti percentuali. Il movimento dei gilet gialli, non ha una collocazione politica, è una protesta spontanea che non crede all’attuale Francia e Unione Europea, non ha  fiducia in Macron ma non ha un orientamento politico e, dai sondaggi, non si sa come voteranno per l’Europa, o meglio, se voteranno per il nuovo Parlamento UE. Il discorso di Macron, è scivolato sui francesi come se non avesse detto niente. Questa è una frattura che non può preoccupare solo i francesi ma tutta l’Europa sempre più alla deriva.

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