Taranto – L’Ilva non può chiudere. Di Maio lo sa

Il vice premier Di Maio ha dovuto affrontare il problema Ilva. Il capo politico del M5S sa benissimo che l’acciaieria più importante d’Europa non può chiudere per i danni che produrrebbe a tutte le industrie italiane che, dovrebbero acquistare la materia prima, in Germania o Giappone. Ma, per atto dovuto, ha dovuto sospendere la gara dopo verifiche interne al dossier Ilva e il parere dell’Anac. Una misura di autotutela inevita bile per bloccare il decreto del 5 giugno 2017. Il ministro per lavoro e  Sviluppo ha incontrato l’Arcelormittal che ha fornito, ai commissari straordinari dell’Ilva, una dichiarazione con la quale ” accetta tutte le condi zioni per ulteriori impegni per il contratto di affitto o acquisto, firmato nel 2017. Un problema nazionale che non può essere facilmente liquidato sia nella vendita e sia nello smantellamento di una industria che par tecipa pesantemente alla formazione del Pil dell’Italia. Di Maio dovrà osare con grande attenzione, parole e azione, in quato la chiusura dell’Ilva è impossibile ma nel contempo è anche più che giusto salvaguardare con i posti di lavoro anche la salute degli abitanti della città. E’ forse inutile significare che non poche potenze straniere operano per la chiusura dell’impianto così come i sindacati sono per evitare i parlare di chiu sure ma tutelando lavoratori e abitanti. Sbagli a catena sono stati compiuti per evitare che l’Ilva chiudesse ma ora è giunto il momento in cui occorre una soluzione definitiva che preveda la produzione di acciaio e il netto miglioramento dell’ambiente. Soluzioni peraltro non impossibili anche se costose.

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