Il Premier Conte, tratti pure a Roma, con i proprietari dell’ArcelorMittal e cerchi la soluzione migliore se possibile. Intanto a Taranto si preparano a bloccare, le forniture delle materie prime, per la produzione dell’acciaio. Le imprese che attendono ancora il pagamento delle fatture , si sono incontrate nella sede di Confindustria, del capoluogo pugliese. Una riunione alla quale hanno partecipato numerose ditte, particolarmente di trasporto, e c’erano anche il Presidente della Regione Puglia Emiliano, il sindaco di Taranto Melucci ed altri, primi cittadini, del circondario. Senza tanti giri di parole, le ditte hanno deciso, di passare all’azione nel giro di 48 ore. Domani incontro con la direzione dello stabilimento, per consegnare la documentazione delle fatture non pagate. Ci sarà anche il Governatore Emiliano. Controllato l’aspetto, squisitamente contabile, inizierà la fase decisiva martedì, con l’Ad per l’Italia dell’ArcelorMittal,Lucia Morselli che non avrà via d’uscita: o liquiderà il dovuto o allo stabilimento, non arriverà più la materia prima e quindi salterà la produzione. Una decisione che era nell’aria da più giorni. I trasportatori e le piccole aziende, hanno il loro giro d’ affari e devono pagare, a loro volta i debiti contratti. Se ArcelorMittal non paga non potranno far fronte ai loro impegni e non hanno altra strada: far fermare la produzione di acciaio. Minaccia dura ma efficace se è vero che l’Ad Morselli, avrebbe fatto sapere che, una volta accertati i crediti vantati e certificati, pagherà e chiuderà questo contenzioso. Ci sarebbe da chiedersi per quale ragione, la multinazionale è arrivata fino a questo punto, non si tratta di dipendenti, di verificare esuberi in base alla crisi della richiesta di acciaio, ma solo di lavoratori che, giorno e notte lavorano per consentire allo stabilimento di funzionare. Almeno questi pagamenti potevano essere fatti per crediti maturati da tempo.