Nuova ondata di arresti, della Guardia di Finanza di Torino, iniziata questa mattina all’alba. Otto ordinanze e in manette è finito anche, Roberto Rosso, assessore ai Diritti civili della Regione Piemonte che ha già rassegnato le di missioni dal suo incarico, non appena finito dietro le sbarre. La nota stilata a mano è già nelle mani del governatore Alberto Cirio. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dalla Direzione distrettuale antimafia torinese che ha anche disposto l’immediato sequestro di beni, su tutto il territorio nazionale, di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola ma operanti a Torino. L’accusa, che ha portato in carcere Roberto Rosso, oggi nei Fratelli d’Italia ex Forza Italia, è tra le più infamanti: voto di scambio politico – mafioso. Su tutte le furie la leader del partito, Giorgia Meloni, che alla notizia ha subito affermato:” Mi auguro che possa dimostrare la sua innocenza ma se questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerare, già fuori dal partito e Fratelli d’Italia si costituiranno parte civile, in un eventuale processo. Il Procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, nel parlare dell’operazione ” Fenice” della Guardia di Finanza sulla ‘ndrangheta nel torinese ha detto:” Secondo le risultanze delle indagini, Roberto Rosso, è sceso a patti con i mafiosi. E l’accordo ha avuto successo”. Gli investigatori hanno operato con documentazioni inoppugnabili: filmati degli incontri tra Rosso e i boss mafiosi , tra cui Onofrio Garcea, esponente del clan Bonavota in Liguria. Il fatto gravissimo è che gli investigatori hanno scoperto che che c’era piena consapevolezza del personaggio politico con intermediari mafiosi. Costo per ottenere un pacchetto di voti e quindi l’elezione alla Regione Piemonte? 15 mila euro, regolarmente pagata. Ecco il motivo che ha fatto scattare le manette. Le infiltrazioni mafiose nel Nord Italia, come in altri Stati europei era nota da tempo. E molto probabilmente, il politico e amministratore Rosso, non è l’unico nella lista sotto la lente d’ingrandimento della Direzione distrettuale antimafia torinese: se la ‘ndrangheta si è spostata, con i suoi tentacoli, lungo le regioni bagnate dal Tirreno e nel Nord Italia ed ha consolidato la sua presenza, in giacca e cravatta, ha trovato terreno fertile per il loro business. Questa non è gente che perde il suo tempo o riesce ad infiltrarsi o recede e cambia zona. Così come, ogni sistema mafioso, si muove dove c’è molto denaro da poter guadagnare, raggiungendo accordi a ragnatela.