La tragedia degli italiani dalmati e istriani, cacciati dalle loro terre, a a decine di miglia infoibati,( dai comunisti del Maresciallo Tito), dopo decenni, come ha specificato ieri il Capo dello Stato Mattarella, è uscita dal cono d’ombra nel quale era finito. La Presidente del Senato, Casellati ha voluto, con tutta la sua autorità, affermare che ricordarsi delle foibe, dove sono finiti tra immani sofferenze, decine di migliaia di italiani, ricordare l’esodo e la tragedia, di migliaia di italiani cacciati dalla loro terra, è imperativo morale e insegnamento fondamentale, da trasmettere alle future generazioni. Per troppi anni – ha proseguito la Presidente del Senato – c’è stata una guerra civile culturale che ha dato luogo al negazionismo antistorico, anti italiano, anti umano. Tragedie ignorate anche dalle istituzioni. Ci fu – ha proseguito Casellanti – un silenzio assordante un negazionismo non più tollerabile e, solo dalla coscienza storica, può nascere il dialogo tra i popoli”. Un intervento apprezzabile e misurato anche nelle parole dette con la dovuta determinazione. Poi c’è stato l’intervento, del Presidente della Camera Fico, che ha detto:” Solo dalla conoscenza storica può nascere il dialogo tra i popoli. Celebriamo la giornata del ricordo e non diamo, solo attuazione alla legge, ma compiamo un atto fondamentale di giustizia e verità. Quelle pagine drammatiche appartengono a tutto il popolo italiano. Compito delle Istituzioni e risposta, senza esitazioni, a tesi nazionaliste. Monito contro atrocità e crimini contro l’umanità ed a favore dei totalitarismi”. Non appena ha preso la parola Gasparri, i dem Serracchiani, Zanda e Rujc hanno lasciato la zona del sacrario e il parlamentare lollobrigida non ha mancato di affermare “ancora oggi,gli eredi dei comunisti, non vogliono sentir parlare di Foibe”. La rappresentanza democratica ha sostenuto che, dopo i due Presidenti, di Senato e Camera nessuno avrebbe dovuto prendere la parola. Per il leader del Carroccio Salvini, è folle il negazionismo per la Shoah come per le Foibe.