Trieste – Una vittoria eroica negata anche nel suo centenario

Il centenario della vittoria contro l’Impero Austro – Ungarico, ottenuto con il sacrificio di un milione e 240 mila morti, tra truppe e civili, di cui ben 100 mila sepolti al Sacrario di Redipuglia, è stato tenuto sotto to no. La diretta da Trieste, con il Capo dello Stato, ministri e massime autorità militari, trasmessa non sull’ammiraglia della Rai ma, sulla seconda rete, poco vista. Questa è una prima dimostrazione del peso del l’attuale governo sentito, dagli italiani, come un macigno. Certo, Mattarella, ha rammentato che la nostra Costituzione ripudia la guerra, per risolvere le controversie e che, un solo Stato, non può risolvere da solo nessun problema. Ed ha colto, questa circostanza per rammentare, ai governanti, che il faro per l’Italia è l’Unione europea, non c’è altra soluzione. Ma Il Presidente, Capo delle Forze Armate, non doveva e non poteva limitarsi a rammentare, solo ” l’eroico comportamento dei soldati”, per una guerra che poteva essere evitata. La storia è maestra di vita per tutti nessuno escluso. Non c’è bisogno di esaltare la guerra nell’affermare che, il Risorgimento andava completato, con la vittoria su un Impero Austro – ungarico che aveva mostrato, il peggio del peggio, torturando ed uccidendo crudelmente i nostri patrioti. L’Italia non poteva lasciare, Trieste e Fiume, dove era fervente il patriottismo per l’Italia e dove si accanì, selvaggiamente la repressione su Cesare Battisti, ed ottenere, nel contempo, confini geografici più sicuri. No Presidente, non sia anche lei prigioniero nel negare, quella grande vittoria ottenuta dall’Italia, sull’Impero Austro Ungarico. Vittoria ottenuta con il sacrificio dei ” cafoni” del Sud e di quel ceto medio che riuscì in un’impresa, ritenuta impossibile, osteggiata da quella sinistra che, ancora oggi, sta sparendo dall’Europa vittima del passato e di una realtà classista dell’800 e ‘900, che ora non c’è più. Il Capo dello Stato avrebbe dovuto ricordare, ai giovani d’oggi, che i loro nonni e padri, non addestrati all’arte della guerra ” moderna” per quell’epoca, politicamente su posizioni molto diverse, trovarono un comune intento e si sacrificarono insieme, nel nome dell’Italia, della loro Patria. Gli errori, su questa valorosa vittoria negata, allora come oggi, si stanno ripetendo. 100 anni fa la sinistra che non capì nulla, ancorata a certi valori indiscutibili, portò al potere il fascismo. Oggi chi sta ripercorrendo la stessa strada, dando al termine ” nazionalista”  il peggiore significato, finirà per consegnare l’Italia alla destra – destra, portatrice di valori molto discutibili, oggi presenti, in molto Stati dell’Unione. Mattarella, avrebbe dovuto far pesare che non c’è Paesino, dove non c’è un monumento ai caduti della Grande Guerra. La Resistenza ebbe altri valori ed altri eroi: aiutare gli alleati a debellare nazismo e fascismo. Due periodi storici, tenuto sotto tono: la Grande Guerra per non suscitare nazionalismi, e la Resistenza di cui non si parla, insieme alla Costituzione, nell’insegnamento dalle elementari all’università, per ragioni ignote ed inquietanti. Queste scelte sono errata: il valore di un popolo passa attraverso la sua storia e gli italiani sono stati privati, di una lettura corretta, dei momenti epocali: questa è la verità con la quale tutti, un  giorno, dovremo fare i conti.

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