Tripoli – Attacco alla capitale. La Francia di Macron sa perchè?

Violenti scontri in Libia dove, la settima brigata ribelle, è a soli 6 chilometri dal centro della capitale, cioè da Piazza Martiri. Il Premier, sentito il Consiglio presidenziale, ha chiamato a Tripoli, per difendere il Paese e le istituzioni, le forze antiterrorismo, di stanza a Misurata. Il Premier italiano, Conte, ha fatto trasmettere da Palazzo Chigi una nota con la quale esclude, un intervento, delle forze speciali italiane. Il vice premier e ministro per gli Interni, Salvini, oltre ad  escludere un intervento ” che non risolve sulla e dovrebbero capirlo anche altri… L’Italia – ha proseguito il ministro – è per la pacificazione in Libia ed è contro le incursioni  di chi ha altri interessi e che non dovrebbe prevaricare il bene comune che è la pace”. Il minitro per l’Interno, ha proseguito con una frase che anche se non nomina mai, nè la Francia e nè Macron, non ci vuole nes suna fantasia per capire che è rivolta in questa direzione. ” Sono preoccupato e penso che dietro questo attacco ci sia qualcuno, qualcuno che ha fatto una guerra che non si doveva fare. Che convoca elezioni senza sentire gli alleati  e le fazioni locali . Qualcuno – ha proseguito Salvini – che è andato a fare forzature, per esportare la democrazia che in certi Paesi non funziona. Spero in un rapido cessate il fuoco”. Il primo proble ma dell’Italia è proprio la Libia da dove giungono i barconi e da dove sono fuggiti circa 400 detenuti, dalle carceri di Tripoli, fedelissimi del defunto dittatore Gheddafi che comunque, manteneva unito il Paese e riu sciva a trattare con tutte le tribù. Non è una novità che Francia, Russia e Inghilterra sono per il governo, non riconosciuto di Tobruk e non è  nemmeno un mistero che, questi Paesi sono per una divisione della Li bia. Dall’altra parte ci sono Italia, Stati Uniti (?) e le Nazioni Unite che hanno ripetutamente chiesto di sospendere l’azione armata. Si è mossa anche l’Unione europea per ottenere il cessate il fuoco. Il governo Con te ha deciso che l’ambasciata d’Italia a Tripoli non chiuderà i battenti. I ministri degli Esteri e Difesa mantengono stretti contatti, con i nostri militari in Libia e con il personale sanitario che opera nell’ospedale a Mi surata. Fino ad oggi non ci sono stati pericoli per i connazionali. La realtà è che non si riesce a chiudere un problema che se ne apre un’altro, in una Unione europea, che è solo sulla carta altrimenti non sarebbero consentiti ” sgambetti” tra membri dell’Unione. C’è molto da rivedere e tantissimo a riformare prima che sia troppo tardi.

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