Le elezioni in Austria, hanno dato dei risultati sorprendenti e, in alcuni casi, ben oltre gli ultimi sondaggi. Sebastian Kurz, popolare, ha sfondato il tetto del 37% stravincendo il confronto con le altre formazioni politiche. Al secondo posto, nonostante una perdita di circa il 5%, si sono piazzati i socialdemocratici che hanno conservato quasi il 22%. Gli ambientalisti tornano in Parlamento con il 14% ed i liberali, partito di opinione, rasenta il 7,8%. Il crollo dell’ultradestra, scesi ad uno scarno 16% con 10 punti in meno, è attribuito allo scandalo dell’Ibizagate. Gli austriaci chiamati alle urne sono stati 6,4 milioni, ha ha votato il 76,6% una buona percentuale ma, quasi 4 punti in meno delle elezioni, di due anni fa. I popolari dovranno aprirsi ad un governo di coalizione che è tutto da trovare. E’ indubbio che si socialdemocratici, secondo partito, darebbe a Kurz una maggioranza straordinaria, per poter governare con assoluta tranquillità, tutto dipenderà da quello che la sinistra moderata vorrà per un governo dove, la loro presenza, sia ben riconoscibile. Ai popolari basterebbe, una coalizione con i verdi che, con il 14 %, porterebbe il governo ben oltre il 50% in una situazione di certezza. Ma Kurz, già cancelliere giovanissimo, vuole ottenere un Paese tranquillo dove, non manchi il lavoro, da non affidare agli immigrati. Se il vincitore manterrà questa linea intransigente nell’accoglienza, otterrà pochissimo dall’Unione Europea, più che orientata a stabilire, quote di immigrati, da assegnare in ogni Paese dell’UE. Chi rifiuterà gli immigrati, questo è quello che la nuova Presidente della Commissione ha già dichiarato, non otterrà quegli investimenti comunitari utilissimi, a tutti i Paesi e particolarmente dall’Austria, la cui economia, dipende per vari motivi, da quella tedesca, attualmente in crescenti difficoltà, come lo sono tutte le 28 Nazioni, aderenti all’UE.