Il Congresso degli Stati Uniti d’America, dopo tanti tentativi andati a vuoto, oggi ha messo spalle al muro il Presidente Turco Erdogan. Con una risoluzione, che ha ottenuto una maggioranza schiacciante, 435 votanti 405 sì, 11 no, è stato riconosciuto che l’impero Ottomano, durante la prima guerra mondiale, si macchiò del pesante delitto di genocidio del popolo armeno. In quel periodo l’Impero era alleato con quello Austro – ungarico e con la Germania. Furono uccisi, in quel genocidio, già riconosciuto da circa 30 Paesi, tra cui l’Italia, da 1,2 a 1,5 milioni di abitanti, senza risparmiare donne, vecchi e bambini. Un genocidio sempre negato, dal Presidente Turco Erdogan, un’accusa ritenuta “storicamente inesistente”. Il Congresso è andato oltre, dopo la votazione, è stato chiesto al Presidente Trump di applicare della sanzioni al governo turco, per le atrocità commesse ai danni degli armeni. Il Presidente dell’Armenia, Nikel Pashinyan, piccolo Paese con conta meno di 3 milioni di abitanti, ha dichiarato:” Accolgo positivamente lo storico voto del Congresso Usa, sul riconoscimento del genocidio nei confronti del popolo armeno. Un chiaro passo – ha proseguito il Presidente – verso il ristabilimento della giustizia storica che conforterà, milioni di discendenti dei sopravvissuti al genocidio”. Violenta la reazione del governo turco, per un voto che condanna l’Impero Ottomano e quindi la Turchia, ad uno dei delitti più efferati che mettono all’indice un intero popolo. Infatti, non appena si è diffusa la notizia, del voto del Congresso Usa, il ministro degli Esteri turco ha convocato, l’ambasciatore degli Stati Uniti, David Satterfield, per rendere noto che Ankara condanna fortemente la risoluzione approvata e respinge, ogni sanzione annessa. Il ministro turco ha sottolineato che, la decisione del Congresso non è consona all’alleanza Nato tra i 2 Paesi e al recente accordo, Usa – Turchia sulla Siria. E non è mancato l’altolà, diplomatico, di non effettuare passi che possano danneggiare ulteriormente i rapporti America Turchia. Da quello che si è appreso le sanzioni chieste dal Congresso, contro la Turchia per il genocidio saranno blande, così come ritiene opportuno, il Presidente Trump, che si è trovato davanti a questa votazione plebiscitaria, proprio nel momento che stava riallacciando i rapporti con Ankara, tanto complicati. Un colpo basso al Presidente Trump dal Congresso? Non si ritiene giusta questa interpretazione in quanto, la risoluzione è stata approvata praticamente all’unanimità, quindi anche dai repubblicani. E’ invece una vera vittoria storica, per gli armeni, che non erano riusciti ad ottenere un voto così importante, come quello del Congresso degli Stati Uniti. Ora la risoluzione approderà al Senato.