Washington -Pronti i dazi USA sui prodotti italiani. Alleati? Chissà…forse

Il 18 ottobre prossimo si potrebbero abbattere, i dazi americani, valutati  ad un più 25% sul pecorino romano, parmigiano reggiano e provolone. Questi sono, al momento, nella lista preparata dal responsabile Usa del commercio, Robert Lightizer. La sentenza del WTO, cioè dell’ Organizzazione mondiale del commercio, ha ritenuto che, il ricorso degli Stati Uniti, era fondato. Si tratta di un finanziamento illecito, al Consorzio per la costruzione dell’Airbus, e che così abbia danneggiato, l’economia  americana di 7,5 miliardi, pari a 6,8 miliardi di euro. Immediato l’intervento del Presidente Trump che,ha ripetuto ancora una volta:” Prima gli interessi degli americani. Abbiamo ottenuto una grande vittoria”. Ma ci sono dei particolari che vanno messi in evidenza. L’Italia non ha partecipato al finanziamento , ritenuto dal WTO, illecito dell’Airbus ma le Nazioni, coinvolte direttamente, sono Gran Bretagna, Germania, Francia. Di conseguenza l’Italia, subirebbe un danno economico, come Paese membro dell’Unione Europea, pur essendo estranea all'” illecito” vero e proprio. Già, durante la visita del Segretario di Stato Pompeo, sia il ministro degli Esteri, Di Maio e sia il Premier Conte, hanno significato che l’Italia difenderà, i suoi interessi, per evitare di pagare un conto salatissimo, ai  nuovi dazi americani, E il Premier, non ha mancato di rammentare che gli italiani confidano, in un’azione del Presidente Trump, che non affondi il coltello dei dazi. Una situazione quella determinata, dalla decisione del WTO, che s’intreccia con rapporti di operatori economici italiani  con la Russia e con notizie che, sarebbero  a conoscenza di nostri 007 italiani, e che potrebbero riguardare le presidenziali americane. E dire che il Segretario di Stato  Pompeo era giunto in Italia, oltre che per vedere Pacentro, un paesino dell’aquilano, da dove partirono i suoi bisnonni, in cerca di fortuna nell’America fine ‘800 inizio ‘900, avrebbe dovuto prendere coscienza della situazione in Libia e, dell’urgenza italiana, di vedere stabilizzati i Paesi del Nord Africa, per una immigrazione illegale che prosegue, non più con grosse imbarcazioni ma con barchini, non identificabili con radar e pattugliamenti. E’ pur vero che gli Stati Uniti, hanno alleanze con Paesi arabi e africani, che puntano ad eliminare il governo di Tripoli, riconosciuto legalmente dall’Onu. Ma è altrettanto vero che l’Italia, come ha riconosciuto lo stesso Pompeo, è un alleato ” molto importante degli Stati Uniti”. Ma, proprio per questo i conti non tornano: gli alleati si rispettano, specialmente se hanno sul loro territorio, basi aeree, navali e terrestri. Senza rammentare, al Presidente Trump, che l’Italia ha ancora i suoi soldati in Paesi dove, gli Stati Uniti hanno scatenato guerre, l’Iraq, è un solo esempio, dove c’era solo un dittatore, come altrove, con armamenti antiquati e senza ” bombe atomiche tascabili” come denunciato, dall’allora presidente americano, Bush junior, per giustificare  l’intervento

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