Chi mai lo avrebbe immaginato? Il Vaticano si è trovato ad affrontare il problema, delle tantissime chiese chiuse da anni per mancanza di fedeli e sacerdoti. La Cei, in questi anni, ha fatto un censimento tra le oltre 200 diocesi. Un lavoro dettagliato che comprende oltre le chiese anche le case parrocchiali, le pievi ( costruzioni dell’Alto Medioevo, destinati al culto e battesimi) e le chiesette di campagna. Il totale è rilevantissimo sono circa 67 mila. Don Valerio Pennaso, direttore dell’Ufficio nazionale per l’edilizia di culto, uno dei relatori al vertice tenuto in Vaticano, ha chiarito che il censimento è stato fatto per dare un valore all’intero patrimonio. Ad oggi nessuno ha pensato alle dismissioni ormai prossime. Ma i lavoro fatto non è assolutamente completo perchè, i tantissimi ordini religiosi proprietari di conventi, chiese e pievi, non hanno fornito indicazioni al Vaticano in virtù del fatto che hanno, autonomia economica del loro immenso patrimonio, sconosciuto anche a Papa Francesco. Gli ordini religiosi temono che il Santo Padre, voglia davanti ad un patrimonio non utilizzato e che sta andando in rovina, vendere tutto per aiutare i poveri. C’è da aggiungere che in Europa, dove la religione cristiana è in declino, gli ordini hanno venduto, parte del loro patrimonio trasformato in night, ristoranti, pizzerie o palestre. Nella sola Germania, i luoghi una volta di culto, già ceduti sono oltre 500 ed altri ancora sono in vendita. Il Vaticano sta tentando, tramite il vertice dei vescovi riuniti alla Gregoriana, di dare criteri unitari per le dismissioni. Papa Francesco avrebbe preso, quello che sta accadendo come un segno dei tempi, anche nella previsione che la religione cattolica è destinata a diventare minoranza. Niente affanni ma solo una presa d’atto dell’utilizzo di un patrimonio che può davvero aiutare gli ultimi con case d’accoglienza, mense o luoghi di aggregazione. Considerazioni che lasciano l’amaro in bocca ai cristiani: vendere chiese perchè diventino night oppure rosticcerie? Boccone difficile da digerire anche se il Papa, per prendere decisioni definitive, attenderà segnali significativi.