Il pentastellato, Alessandro Di Battista, è stato querelato dagli industriali piemontesi, per diffamazione. ” Dibba”, durante la trasmissione di Fabio Fazio, nell’illustrare il motivo del no, al buco italo – francese e nel difendere i “No Tav” ha parlato, di legami ed interessi, tra ‘ndrangheta e i lavori da fare e non ha mancato nemmeno dei cenni, senza dare alcuna spiegazione di corruzioni esistenti, che alimenterebbero il proseguimento dei lavori. Affermazioni molto pesanti che hanno costretto, gli industriali del Piemonte, a difendere la loro reputazione. Di Battista, uno dei leader del M5S, non è nuovo a lanciare accuse che vanno provate. Gli esponenti pentastellati, si pongono costantemente sul banco dei giudici, per accusare politici, industriali, dirigenti ed operatori economici di corruzione o prevaricazioni. Che l’Italia di oggi accusi una corruzione dilagante, ad ogni livello, non è un novità ma, precisare corrotti e corruttori, è difficile per inquirenti e magistrati per difficoltà di trovare le prove. Di Battista, è andato sopra le righe, ed ora dovrà provare, che ‘ndrangheta e corruttori, si battono insieme ai sì Tav per chiari interessi economici. Per lui non sarà facile e, se riuscisse a tanto, saremmo tutti grati di aver tolto il scoperchio ad un pentolone putrido di malaffare.