Roma – Conte lettera all’UE giusta nei concetti ma fuori dai trattati

Si ha la netta sensazione che il governo italiano voglia forzare, le regole dell’Unione Europea, prima di tentare di cambiarle. Un rischio che speriamo sia stato, attentamente calcolato per evitare un’infrazione che, secondo le dichiarazioni del Commissario UE Moscovici, continua ad essere preparata in attesa, della lettera di risposta che la Commissione attende, dal governo giallo verde. Il Premier Conte, nella nota inviata afferma, un principio sacrosanto:” No al primato della Finanza sulle necessità del popolo”. Chi potrebbe contestare una così giusta affermazione? si dovrebbe dire nessuno, ed in vece non è così. L’Unione Europea, non vada mai dimenticato, ha fissato il rapporto Pil – deficit al 3%, che secondo l’ex Premier Prodi, era un coefficiente che doveva essere mobile ed invece si è rivelato intoccabile, da parte della stragrande maggioranza dei 27 Stati dell’UE. Inoltre, l’infrazione, che potrebbe colpire l’Italia è per deficit eccessivo e non sarà facile dimostrare il contrario. Il ministro all’Economia Tria, sta compiendo un lavoro, tra Roma e Bruxelles, che merita grande apprezzamento, ben consapevole che se il Consiglio europeo dovesse far scattare l’infrazione, per gli italiani sarebbe un grossissimo problema: niente sviluppo e niente lavoro, per non parlare dell’impossibilità di far diminuire, il colossale indebitamento, se con misure draconiane imposte da una troika o da un commissario. Il popolo ha già sofferto non poco, con la precedente austerità, che chiamò al governo Monti, affrontarne un’altra sarebbe una beffa. Ma sono stati firmati dei trattati che vanno rispettati e non serve, cercare di riversare su Tria, una responsabilità che non ha. Appare evidente che il ministro all’Economia cerca somme disponibili e tra queste ci sono anche quelle eccedenti, il reddito di cittadinanza e quota 100, sovrastimate. I due viceministri non possono dire, in una situazione  del genere: ” nessuno tocchi quello che è nelle disponibilità delle riforme bandiera”. Attenzione alzare la voce con l’UE è possibile a parole ma è impossibile trovare, gli altri Stati disponibili per “operazioni economiche” lontane mille miglia dal loro modo di governare i loro Paesi. Attenzione, il Premier fa appello a valori che l’UE non ha mai avuto, sin dalla sua fondazione. I due viceministri alzano la voce, come il lupo ulula alla Luna. La verità è che la nostra mentalità non è uguale non solo ai Paesi del Nord ma anche a quelli Mediterranei. Cosa rischiamo? Oltre all’infrazione anche la mancanza di finanziamenti per opere pubbliche. Suvvia in politica ci vuole realismo: oggi siamo incudine e non possiamo essere martello. Trattiamo ad oltranza ma con l’intelligenza di non rompere: in questo caso i cocci non sarebbero di Di Maio e Salvini ma dell’intero popolo italiano.

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