Roma – Al Cdm l’Autonomia. Un nodo storico che non divida l’Italia

La maggioranza sta per imboccare la nuova organizzazione dello Stato, come previsto  dalla Costituzione. L’autonomia delle Regioni, come affermano fonti governative, è argomento incluso nell’or dine del giorno del Cdm di domani. L’inizio, per una via libera preliminare, che non si preannuncia facile. Dopo questa prima fase sarebbero convocate le Regioni per un via libera, vero e proprio, chiesto dalla Lega, che potrebbe avvenire già dalla prossima settimana. Il vertice politico, che precede il Cdm, dovrebbe servire a sciogliere i nodi di merito per gli accordi con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. E’ un passaggio per fondare una Nazione su basi nuove. Argomento delicatissimo che dovrebbe chiamare il Parlamento ad un ruolo centrale. Su questo punto il M5S e Lega sono per strategie diverse. I leghisti indicano per un passaggio rapido alle Camere, semmai con una semplice informativa del Premier, sugli accordi presi tra Stato e Regioni. Il M5S è di diverso avviso, proprio per l’importanza di cambiare gli assetti attuali, di uno Stato centralizzato con la presenza delle Regioni, che hanno poteri limitati, con trasferimenti economici ad hoc. Il Movimento è, per queste ragioni, per un passaggio molto ponderato, facendo passare, una riforma di questa dimensione, al vaglio di tutte le Commissioni parlamentari. L’autonomia, spesso chiamata ” spacca Italia”, va fatta in quanto prevista dalla Costituzione ma calcolando con attenzione, quante risorse far rimanere alle Regioni più produttive e quante vanno  garantite alle altre, in particolare del Mezzogiorno e, anche del centro Italia, che non hanno avuto uno sviluppo economico come quelle del Nord.  I nodi di questa riforma sono tanti e impegneranno, non solo maggioranza ed opposizione ma anche, forze economiche e  organizzazioni sindacali. Inizia un processo storico dove, nella maggioranza, ci sono visioni diverse e sostanziali, su quale autonomia concedere. La nostra storia è lunghissima al riguardo e, non sarà facile, trovare la quadra: le Regioni del Nord hanno raggiunto uno sviluppo europeo mentre quelle del Sud e centro -Sud, nonostante fortemente aiutate, persino con l’ormai famosa Cassa per il Mezzogiorno, non sono riuscite a fare il grande balzo,( pur avendone la possibilità ), indispensabile per garantire  una Nazione equilibrata. E’ compi to dei legislatori, non combattersi su un tema così delicato, ma trovare un giusto equilibrio. Il governo Conte è chiamato ad un altro scottante appuntamento e nessuno potrà sottrarsi, nemmeno i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, e poi le altre del Nord, di a farsi carico dell’attuale realtà del Sud che non può essere lasciata ad un destino di ulteriore declino

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