Pontida – Salvini con il suo popolo lancia sfide. Grave! Aggredito reporter

L’ex ministro Salvini, davanti al suo popolo, in migliaia a Pontida: un appuntamento storico per la Lega. Non ha mancato di utilizzare, il suo linguaggio, molto noto ai leghisti. Il leader incontra stato, nella conduzione politica del partito, ha iniziato:” Sfidiamo i traditori chiusi nei palazzi perchè non possono sfuggire al voto all’infinito”. Poi rivolto ai leghisti, inebriati nel’ascoltarlo, Salvini ha lanciato due parole d’ordine: questa è l’Italia che vincerà e qui non ci sono poltronari ma, uomini e donne, che hanno valori da difendere e, tanto che chiudere un capitolo ma aperto, ha ripetuto:” Mai con il Pd”. Il segretario leghista ha proseguito:”… è tempo di aprire le porte agli italiani schifati dal tradimento ed attaccato, duramente, Di Maio capo dei pentastellati,  con una frase ad effetto:” E’ triste vederlo, con il cappello in mano in Umbria, alla corte di Zingaretti, per una poltrona”. E, a valanga:” …sappiano al governo se toccano il Dl Sicurezza, raccoglieremo 5 milioni di firme, per il referendum e se tentano di cambiare, la legge elettorale per favorire i loro inciuci chiameremo gli italian, ad un altro referendum, per bloccare i poltronari. Ma con un popolo in visibilio davanti al capo, sono avvenuti, episodi intollerabili, tanto da provocare la reazione della Fnsi. Un reporter, del quotidiano La Repubblica, prima è stato ” invitato ad allontanarsi” e poi c’è stato chi ha sferrato un pugno alla telecamera. Un’intolleranza verso la stampa che avrà un seguito. Inoltre, Gard Lerner, può piacere o meno ma, non può essere oggetto di commenti offensivi, seguiti da applausi scroscianti. Le regole della democrazia non sono queste ma, i sviluppano, in un confronto leale, durante il quale, ciascuno esterna le sue idee. La parola decisiva spetta al popolo che vota. Ogni violenza, è una grave offesa alla libertà di stampa, che garantisce tutti, nessuno escluso. Episodi, gravi, che non possono che essere condannati, dallo stesso Salvini, per la carica che ha ricoperto come ministro e per essere segretario della Lega.

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