Roma – Coalizione M5S – Pd, gracile e fragile, senza prospettiva futura

La coalizione di governo M5S – Pd e cespugli non può reggere solo in funzione anti Salvini. Un governo ha necessità di una proiezione nell’arco di un tempo abbastanza lungo, ma questo è possibile se le forze che hanno dato vita al governo hanno, identità affini, altrimenti è  solo una scommessa destinata a durare poco. M5S e Pd sono forze alternative e nessuno dei due partiti vuol perdere la propria identità che poi, altro non è, che una carta d’identità per ottenere il favore dell’elettorato. La coalizione M5S, Pd, Leu è gracile e malata. Non basta piantare bandierine: Renzi” No aumento dell’Iva”; Speranza ” abolizione superticket; Di Maio ” reddito cittadinanza  e quota 100; Zingaretti “cuneo fiscale per i lavoratori”. Si tratta, com appare evidente, di bandierine da sventolare in campagna elettorale. Si vuole dire che non c’è un programma di legislatura e, nemmeno una bozza d’accordo per, allargare ” l’alleanza” alle amministrative. O meglio Zingaretti ha proposto, nonostante l’Umbria, di unire le forze ma immediatamente dopo, Di Maio, capo politico del Movimento, ha risposto un “no” secco che, se mi è consentito c’è tutto. Il M5S era riuscito a prendere il 33% dei voti alle politiche del 2018 proprio perchè, aveva promesso agli elettori, nessuna alleanza con i partiti “tradizionali”, per seguire il fondatore Beppe Grillo, che li ritine responsabili di come è ridotta l’Italia. Anzi è apparso strano che un segretario del Pd avanzasse una proposta destinata a finire nel cestino. Zingaretti non può non sapere che il M5S governa con il Pd, dopo l’esperienza con la Lega, solo per non aver ottenuto il 51% dei voti. Zingaretti non può non  sapere, do po l’esperienza fortemente negativa in Umbria, che i 5S puntano, Di Maio lo ha più volte ripetuto, ad allearsi alle amministrative con liste civiche di cui facciano parte persone che non hanno un passato politico e che sono disponibili a liste senza alcuna bandiera di partito. Per questi motivi, e tanti altri, che che ne dica il ministro Franceschini, il governo è debole e non ha proiezione nel futuro, come dovrebbe essere per cementare un’intesa che ha un valore identitario. Rimanere insieme per la legge di Bilancio ma che non riesce a trovare un’intesa nemmeno per fornire uno scudo a chi deve gestire l’Ilva, Mittal multinazionale, quindi predoni a parte. Buona parte dei parlamentari 5S non sono disponibili a fornire scudi, a nessun industriale o imprenditore, quindi? C’è il fondato rischio che, lo scudo giustamente preteso per difendersi da errori commessi da altri, potrebbe essere approvato dall’attuale opposizione. Del Premier è meglio non parlare agisce, come Premier, come è abituato ad operare: buon docente universitario. Ed infatti il suo gradimento è in netto calo da oltre il 60% ora è al 40%. E poi, diciamolo, non è mai accaduto che davanti a problemi, Conte, chieda udienza a ” Papà Mattarella”, cioè al Capo dello Stato che ha sempre cercato di rimanere fuori dalla politica ed ha detto sì, solo a quei governi, che avevano una maggioranza in Parlamento. Con questo non si vuol dire che non sarebbe, gracile e fragile, anche un governo di centrodestra a guida Salvini. Siamo finiti nelle sabbie mobili e comunque si muovano uomini politici, sprofondano sempre di più., in un’opi nione pubblica che, alla luce dei fatti, non crede più a nessuno. Risalire la china? certo ci deve riuscire se si vuole salvare la democrazia e il popolo italiano da troppe incertezze e da continui cambiamenti, persino per la Manovra, approva ta dal Cdm solo una manciata di giorni fa. Null’altro da aggiungere.

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