Amatrice – Ci risiamo! Devastazione e morti evitabili con leggi ad hoc

Le assurdità dei governi italiani vengono a galla dopo ogni terremoto. I geologi da decenni ( intervista con il geologo ex Retto re dell’Università D’Annunzio,Uberto Crescenti, 1975 ) continuano ad affermare che il nostro Paese ha vaste zone ad alto e me dio rischio sismico In questi vasti territori si continua a costruire come si vuole. Niente studi preventivi del suolo, nessuna messa in sicurezza degli edifici esistenti, copertura dei fabbricati con tetti in cemento armato e non in legno, molto più leggeri e flessi bili. Ma c’è di più, gli esperti dell’Ingv, nei loro studi che tornano indietro nel tempo, fino a centinaia di anni, sapevano ed ave vano scritto, che dopo il terremoto dell’Aquila, avvenuto nel 2009, le faglie che interessano la zona colpita l’altra notte sarebbe ro diventate molto più attive, scaricando energia a pochi chilometri di profondità, con terremoti devastanti. Certamen te fa be ne il governo a stanziare subito fondi per la Protezione civile, degna dei massimi elogi possibili, fa bene a garantire si stemazioni provvisorie a che non ha più nulla così come è giusto assicurare la ricostruzione. Non bisogna dare solo speranze ma passa re dal dramma, alla concreto intervento, per salvare un patrimonio irripetibi le. Ma occorrono leggi nuove e severe, non solo per le zone ad alto o basso rischio sismico ma per tutti i milioni e milioni  di edifici esistenti, abitanti o abbandonati. Una carta d’identità, a cadenza semmai fissa che garantisca, chi ci abita e quanti sono in fitto. Non è possibile che, dopo ogni sisma, com muoversi per le vittime e chi rimane senza casa e spendere, decine di miliardi pubblici, per ricostruire abitazioni che semmai rimarranno vuote. Occorrono leggi studiate e pensate da esperti che prevedano: la presentazione di progetti esecu tivi, saggi sulla natura del terreno, al tipo di fondazione e calcoli. Non basta piangersi addosso ed inviare una offerta. Occorro no leggi severe e la ricostruzione deve essere guidata da uno staff, piccolo ed efficiente, e non affidata solo ai sindaci e tecnici comunali che si trovano ad affrontare, problematiche, che non conoscono. Se non si cambia modo di ragionare ci ritroveremo sempre davanti all’emergenza, peraltro costosissima. Speriamo che, per quest’ultima tragedia, dopo l’incredibile esperienza aquilana, non ci sia stato qualcuno che ha riso alle 3,36 del 23 agosto e che ci sia chi impedisca, da subito, infiltrazioni mafiose, presenti ovunque, scorre un fiume di denaro.

Lascia una risposta