Berlino – Conferenza sulla Libia non ha risolto. UE incerta e Potenze in campo

La Conferenza di Berlino sul problema Libia non ha cambiato nulla tra Serraj e Haftar, che non si parlavano, non si sono mai incontrati, nella capitale tedesca e sono tornati, nel loro Paese, senza guardarsi in faccia. Una Conferenza che è servita ad ottenere che, da parte dei Paesi disponibili, sotto le insegne dell’ONU,  dovrebbero evitare che, i due contendenti ricevano armi, munizioni e rinforzi di uomini. Un risultato che dovrebbe essere concretizzato, nonostante la de bolezza dell’Unione Europea, sembrata defilata sul problema,  che riguarda tutta l’UE e soprattutto i Paesi che sono, la frontiera Sud ,del Vecchio Continente. Date le premesse forse non si poteva fare di più. L’Italia ha mostrato grande impegno per ottenere la stabilizzazione della Libia, o comunque lo stop alla guerra e al monitoraggio costante, per evitare che, una delle due parti riesca ad armarsi meglio, per prepararsi, semmai, a tornare per combattere. Confermata dalla Conferenza, quello che viene detto da sempre: ” Non c’è soluzione militare per risolvere il problema. Ci deve pensare la diplomazia a trovare una soluzione accettabile, non già soltanto da Serraj e Haftar, ma anche da chi opera, tramite i due leader libici”. Quanto deciso a Berlino non potrà durare nel tempo: troppo fragile. Tutto dipenderà dai Paesi interessati a controllare  questo Paese, al centro del Mediterraneo e a poche miglia marine, dall’Italia. Il Premier Conte e il ministro degli Esteri Di Maio non hanno negato che, la nostra Nazione corre i pericoli maggiori, per i terroristi ex Isis, già presenti in Libia, ed hanno offerto la disponibilità, sotto le insegne dell’UE e dell’ONU, di inviare un contingente misto di interposizione, prelevando, uomini e mezzi già impegnati, in altri scacchieri Mediorientali, oggi meno importanti, per la sicurezza del nostro Paese. E’ indubbio che dalla Conferenza di Berlino chi ha tratto maggiore vantaggio è Stata la Turchia, per le manovre decise dal Presidente Erdogan, che hanno preceduto, l’aiuto al leader riconosciuto dall’ONU Serraj, quelle prese nella Capitale tedesca. Così come Putin, dalla parte del generale cirenaico, ambisce a realizzare una base militare nel cuore del Mediterraneo, vecchio sogno zarista. Il disappunto del Presidente dell’Egitto Al Sisi non si  fatto attendere, già noto, sin dalla nuova politica della Turchia in favore di Tripoli. Il quadro strategico che si è palesato non è affatto facile e, senza un accordo diplomatico la Libia sarà pur sempre, una spina nel fianco dell’UE e dell’Italia.

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