Berlino – Merkel, Conte, Macron. Clima difficile in Germania e Bruxelles

Il Premier, Giuseppe Conte, a Berlino con la Merkel, più debole sul problema migranti. Gli alleati della Csu bavarese, tramite il ministro dell’Interno, Horst Sechofer, hanno fatto sapere alla cancelliera che, non so no disponibili a cedimenti sul tema immigrati, in linea generale,ì,  Ad ottobre ci saranno le elezioni in Baviera dove il Csu rischia. Se la Merkel raggiunge accordi, non condivisi dal Csu, si avvia a cader con il sul go verno. In Germania non era mai verificata una così elevata instabilità politica, motivo di preoccupazione, negli ambienti economici. Ma Conte ha posto al centro dell’incontro, non soltanto la ricollocazione dei mi granti presenti in Italia e quanti sbarcheranno, ma sul tappeto la realizzazione di punti, per l’accoglienza e blocco dei migranti per l’identificazione, non solo in Libia ma anche nei Paesi di transito. Inoltre c’è il pro  blema degli stanziamenti europei per la lotta alle povertà nell’Ue. Risorse che il governo, giallo verde  di Roma, potrebbe utilizzare per la copertura del reddito di cittadinanza che assisterebbe anche gli ultimi. Host post in Africa ma fino ad oggi, esiste solo il lavoro fatto dall’ex ministro Minniti, non sfruttato dall’attuale governo o dall’Ue. In gioco c’è l’Unione europa e non è affatto un caso che sia il presidente de Consiglio eu ropeo, Donald Tusk, è in vista ai governi nelle più importanti capitali europee e sarà a Roma mercoledì prossimo.  Sempre per i migranti, domani sarà in Germania il presidente della Commissione Jucker, molto preoccupato per trovare un accordo sui migranti prima del Consiglio europeo di fine giugno. A Berlino Tusk e Juncker incontreranno Merkel e Macron.  Una sola considerazione va fatta. I problema macro, degli sbarchi e ricollocamenti, con il superamento del regolamento Dublino è da anni sul tavolo dei tecnocrati di Bruxelles che non hanno fatto nulla Hanno lasciato questo carico sulle spalle dei Paesi sul Mediterraneo più esposti. Ora tutti corrono per cercare un’intesa che, doveva esserci, senza l’azione di forza dell’Italia. Il ragionamento è semplice se è stata sigillata, a suon di miliardi la rotta balcanica ora è tempo di sigillare quella mediterranea, costi quello che costi.

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