Tutto come previsto. La Giunta per le autorizzazioni a procedere per il caso “Gregoretti – Salvini” ha visto in Aula solo 10 componenti della minoranza mentre, hanno disertato come preannunciato, i 12 senatori del Pd, M5S e Iv. Il leader della Lega, chiaramente puntava ad essere consegnato ai magistrati, per influenzare il voto delle regionali in Calabria ed Emilia Romagna. La maggioranza, come appare evidente, vuole far processare Salvini dal Tribunale dei Ministri, magistratura ordinaria, ma non quando vuole l’ex ministro per l’Interno ma solo dopo che l’avranno deciso loro. Comunque sarà l’Aula a decidere. A parte gli scontri, sul caso, tra maggioranza e minoranza, in realtà le autorizzazioni non sono state mai concesse meno per i reati commessi contro persone o il patrimonio pubblico. La questione non rimane sospesa in quanto, l’opinione pubblica, si è già fatto un concetto sia dell’atteggiamento di sfida di Salvini ” Voglio essere processato anche se, tutti nel governo sapevano e, non ho fatto altro, che difendere i confini nazionali e quelli più meridionali dell’Unione Europea”. Ma la maggioranza parla di una vera sceneggiata, dell’ex ministro all’Interno, che ora vuole trarre il massimo vantaggio per le regionali di domenica prossima. L’opinione pubblica è divisa: c’è chi vorrebbe che l’autorizzazione non venisse concessa e che fosse il Senato ad approvare, una risoluzione di condanna, per il comportamento tenuto dall’ex ministro per gli Interni. E chi è del parere che, il leader della Lega ha spadroneggiato troppo, quando era al governo con il Movimento, ed ha finito per andare sopra le righe come dimostrato nell’agosto bollente e la successiva crisi di governo.
Roma – FMI:” Crescita Italia troppo bassa: “Occorre maggiore produttività”
L’economia italiana rimane in una crescita troppo bassa. Dallo 0,2% del 2019 allo 0,5% del 2020. La stima è del FMI, si spinge fino a 2021 anno in cui l’Italia potrebbe crescere fino allo 0,7%. Con queste crescite diventano difficili, se non impossibili, le riforme e la diminuzione del debito troppo elevato. Una vera palla al piede per uno sviluppo necessario per rilanciare imprese e lavoro. Il capo economista del FMI, Gopinath l’ha definita:” Molto modesta” e il vice capo, Filesi Ferretti, ha insistito nel chiedere all’Italia:” …maggiore produttività”. Lo stesso Fondo ha proceduto a tagliare le stime di crescita in tutto il mondo, portandole al 3,3% per il 2020, con il rischio di un ulteriore ribasso. Un fenomeno negativo che non è molto comprensibile e che vede, i più elogiati economisti, a confrontarsi per capire come uscire da crescite, in molti casi talmente irrilevanti, tanto che vanno a ripercuotersi negativamente, sui Paesi più poveri, destinati a ricevere meno aiuti.
Berlino – Post Conferenza Libia? I due leader nemici e Stati ok all’embargo armi
La Conferenza di Berlino non è riuscita a fare alcun miracolo. Haftar e Serraj non si parlano, si guardano in cagnesco ed hanno partecipato, sempre separatamente, ai vari tavoli e non hanno firmato nulla di nulla. I Paesi dell’UE e tutti gli altri invitati per tempo, hanno condiviso le linee guida dettate dall’Onu, tramite il segretario generale, Antonio Guterres, che chiede da sempre il blocco degli armamenti ai miliziani di Haftar e di Serraj perchè che la guerra abbia fine e la Libia si avvii ad una stabilizzazione. Era nelle cose che tutti i Paesi, anche chi non era d’accordo in quanto impegnato con una delle due parti in causa, alla fine aderisse alla richiesta di contribuire a pacificare il Paese. Così come c’è stata una ripetizione che, per la Libia non esiste una opzione militare ma solo politica. Una soluzione prospettata più volte e mai accolta dal generale Haftar che ritiene il governo, riconosciuto dall’ONU di Tripoli, soltanto un ostacolo alla ricostruzione di uno Stato Unitario. Non risulta, almeno di una svista, che il Presidente della Turchia Erdogan si sia impegnato a far tornar indietro, i suoi militari o di smantellare le postazioni antiaeree e anti missilistiche poste a difesa di Tripoli. Forse lo farà se c’è un documento che riguarda l’embargo degli armamenti ma, forse, rimarranno dove sono. Durante la conferenza tenuta da Conte e Di Maio, nelle loro rispettive cariche, è stato confermato quello già detto in Conferenza: L’Italia, sotto l’ombrello dell’Unione Europea e dell’Onu, è disponibile a far rispettare l’embargo per le armi e a contribuire alla pacificazione del Paese, che fronteggia il nostro Paese. Giustamente la Cancelliera Merkel si è limitata ad affermare che era stato approvato, un piano molto ampio e che tutti avevano contribuito, in modo costruttivo, all’embargo delle armi. “Abbiamo – ha proseguito con molta prudenza la Cancelliera – contribuito a creare lo spirito, la base per procedere sul percorso dell’Onu, disegnato dal rappresentante ONU Salamè”. Naturalmente Guterres ha espresso, al termine della Conferenza, profonda gratitudine alla Cancelliera e a tutti i partecipanti per cercare la strada che metta fine alla guerra e dia un futuro ai libici. Niente di più e niente di meno. L’impressione è che, alcuni partecipanti hanno accettato l’invito ma nascosto la loro soluzione che non è la fine della guerra ma la spartizione del Paese in due parti, come sostiene l’Egitto unitamente agli Emirati Arabi Uniti.