Berlino – Post Conferenza Libia? I due leader nemici e Stati ok all’embargo armi

La Conferenza di Berlino non è riuscita a fare alcun miracolo. Haftar e Serraj non si parlano, si guardano in cagnesco ed hanno partecipato, sempre separatamente, ai vari tavoli e non hanno firmato nulla di nulla. I Paesi dell’UE e tutti gli altri invitati per tempo, hanno condiviso le linee guida dettate dall’Onu, tramite il segretario generale, Antonio Guterres, che chiede da sempre il blocco degli armamenti ai miliziani  di Haftar e di Serraj perchè che la guerra  abbia fine e la Libia si avvii ad una stabilizzazione. Era nelle cose che tutti i Paesi, anche chi non era d’accordo in quanto impegnato con una delle due parti in causa, alla fine aderisse alla richiesta di contribuire a pacificare il Paese. Così come c’è stata una ripetizione che, per la Libia non esiste una opzione militare ma solo politica. Una soluzione prospettata più volte e mai accolta dal generale Haftar che ritiene il governo, riconosciuto dall’ONU di Tripoli, soltanto un ostacolo alla ricostruzione di uno Stato Unitario. Non risulta, almeno di una svista, che il Presidente della Turchia Erdogan si sia impegnato a far tornar indietro, i suoi militari o di smantellare le postazioni antiaeree e anti missilistiche poste a difesa di Tripoli. Forse lo farà se c’è un documento che riguarda l’embargo degli armamenti ma, forse, rimarranno dove sono. Durante la conferenza tenuta da Conte e Di Maio, nelle loro rispettive cariche, è stato confermato quello già detto in Conferenza: L’Italia, sotto l’ombrello dell’Unione Europea e dell’Onu, è disponibile a far rispettare l’embargo per le armi e a contribuire alla pacificazione del Paese, che fronteggia il nostro Paese. Giustamente la Cancelliera Merkel si è limitata ad affermare che era stato approvato, un piano molto ampio e che tutti avevano contribuito, in modo costruttivo, all’embargo delle armi. “Abbiamo – ha proseguito con molta prudenza la Cancelliera –  contribuito a creare lo spirito, la base per procedere sul percorso dell’Onu, disegnato dal rappresentante ONU Salamè”. Naturalmente Guterres ha espresso, al termine della Conferenza, profonda gratitudine alla Cancelliera e a tutti i partecipanti per cercare la strada che metta fine alla guerra e dia un futuro ai libici. Niente di più e niente di meno. L’impressione è che, alcuni partecipanti hanno accettato l’invito ma nascosto la loro soluzione che non è la fine della guerra ma la  spartizione del Paese in due  parti, come sostiene l’Egitto unitamente agli Emirati Arabi Uniti.

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