Francesco Amato, condannato pochi giorni fa a 19 anni di carcere, a cui si è sottratto, si è arreso dopo aver tenuto per otto ore, quattro dipendenti delle Poste, sotto la minaccia del suo coltellaccio. L’uomo era stato riconosciuto affiliato alla ‘ndrangheta ” Aemilia” e quindi, la Corte del Tribunale di Reggio Emilia, gli aveva appioppato la pesante condanna. In circostanze non note, il condannato si era sottratto alle forze dell’ordi ne ed oggi, ha preso in ostaggio, chi era nell’ufficio postale di Pieve Medolena. Ha subito liberato la clientela e, sempre in mattinata, anche una impiegata, che si era sentita male. Ma il sequestratore ha tenuto in ostaggio quattro donne dipendenti delle Poste. Immediatamente sono iniziate le trattative, tra esperti dei carabinieri e l’uomo, che ha mantenuto il suo piglio minaccioso e ripetendo che voleva parlare, con il mi nistro Salvini, e protestandosi innocente. Alla fine, di una lunga trattativa Amato si è arreso e i carabinieri, lo hanno portato immediatamente, in caserma, tra gli applausi della gente presente sul luogo del sequestro. Non è stato facile trattare con chi, armato di un coltello, teneva in ostaggio quattro donne, tutte spaventatissime per quello che poteva accadere. Bravissimi gli esperti che hanno fatto comprendere, al sequestratore, che stava aggravando la sua posizione giudiziaria e se avesse fatto del male alle impiegate, sarebbe stato ancora peggio. Trattativa sul filo del fiato sospeso: tutti temevano che, il sequestratore, avrebbe potuto perdere la testa anche perchè, chi trattava, non poteva promettere nulla in cambio della resa e liberazione degli ostaggi. Alla fine tutto si è concluso nel migliore dei modi ma la paura delle sequestrate tantissima, così come è stata di chi doveva ottenere la sua resa, senza sbagliare niente .