Roma Di Maio: reddito di cittadinanza “non per stare in poltrona”

Il vice premier i Maio ha dichiarato che il reddito di cittadinanza è prossimo ma non andrà a “qualcuno perchè rimanga sdraiato sul divano”. “…Con franchezza – ha detto il ministro – questo intervento dello Stato è giusto a va compreso da chi lo riceve: il tuo settore è in crisi o ha terminato il suo ciclo, lo Stato viene per aiutarti a trovare altro lavoro, perchè puoi  riciclarti e formarti, nuovamente, per essere utile a te e alla socie tà. Ma per avere questo aiuto tu in cambio, ogni settimana devi dare al tuo sindaco, un lavoro di pubblica utilità, secondo la tua cultura e la tua salute”. Il ministro ha fatto queste precisazioni nel suo intervento al XVII congresso nazionale della Uil e non ha mancato cogliendo l’occasione, per attaccare il Presidente della Francia, Macron, per “alcune su affermazioni gratuite”, sul governo populista italiano, mai citato diretta mente ma l’allusione è stata fin troppo chiara. Un Capo di Stato non può, anzi non dovrebbe, per correttezza, apostrofare negativamente un governo di un altro Stato, come l’Italia, che tra l’altro è nell’Unione euro pea, come fondatore. Di Maio ha parlato del Decreto Dignità, come prima misura concreta, di questo governo. Inoltre ha illustrato come limitare la burocrazia per le imprese i cui legacci ne impediscono, lavoro e crescita, ed ha duramente attaccato le industrie che delocalizzano la produzione, per convenienze economiche, molto discutibili semmai, in altri Paesi dell’Unione europea. Infine il ministro Di Maio ha anche af frontato il tema dei vitalizi, oltre i 5000 euro e quelli degli ex parlamentari. “Saranno tagliati – ha affermato davanti ad una platea interessata – e dovranno essere perequati ai contributi effettivamente versati”. Non c’è che dire, il ministro Di Maio, come quello dell’Interno Salvini, bruciano i tempi e vogliono dimostrare di essere il governo del cambiamento. Una gara tra due forze politiche, tanto diverse tra loro, che puntano a consolidarsi nell’elettorato.

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